Infilarsi in un negozio o in un centro commerciale a fare shopping o spese varie “approfittando” della domenica. È una delle abitudini artificiose costruite dalla società dei consumi negli ultimi decenni dopo che per secoli si era rispettato il riposo domenicale. Scrivere “approfittando” fa pensare proprio al desiderio di “mettere a profitto“, di guadagnare tempo e forse anche denaro dedicando anche la giornata della domenica alla dimensione più materiale della vita, quella dello scambio dei beni.
Anche la Chiesa trentina ha provato a contrastare questa tendenza fin dalle avvisaglie dell’estensione della “domenica d’oro” a tutte le festività del periodo natalizio, promuovendo anche forme clamorose di boicottaggio delle aperture domenicali che – fra l’altro – coinvolgono migliaia di lavoratori con le loro famiglie ad una prestazione supplementare.
Ieri la Giunta Fugatti ha anticipato il ddl che darebbe una stretta alle aperture domenicali (solo nei supermercati e solo per 15 festività l’anno), lasciando deroghe solo alle località strettamente turistiche: è un’ipotesi, per ora, con motivazioni peraltro già condivise da tutti i sindacati e sulla quale auspichiamo una sana convergenza delle forze politiche. Le disposizione di legge, in questo caso, aiutano a favorire comportamenti e abitudini.
Tra l’altro, se c’è una cosa che la quarantena ci ha insegnato è proprio una programmazione del tempo degli acquisti che può essere “studiata” salvando il tempo della domenica, da proteggere, da conservare e liberare per il sacrosanto riposo, le relazioni familiari, le opportunità d’incontro con l’altro, con la natura e, per i credenti, anche con il Signore della domenica che ci convoca attorno alla sua parola e non in un tempio commerciale.
Lascia una recensione