Far fronte ai cambiamenti climatici non è né semplice né immediato, ma il surriscaldamento globale negli ultimi anni non lascia scampo ai nostri ghiacciai e l’intervento della tecnologia è più che mai necessario.
Questo il motivo dei particolari movimenti che in questi giorni stanno animando il ghiacciaio Presena, a cavallo tra Lombardia e Trentino, 4 chilometri a sud del passo del Tonale, dove, terminata la stagione sciistica, da dodici anni viene stesa un’immensa rete di teloni geotessili per preservare i ghiacci dai violenti raggi solari.
Una soluzione avviata nel 2008, grazie alla collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e proseguita dal 2015 dalla società Carosello che ha progressivamente esteso, negli anni, la superficie di ghiacciaio coperta dai teli geotessili. “Un’idea partita da un programma sperimentale con le università di Trento e di Milano per ridurre o comunque diminuire l’ablazione”, ha spiegato il presidente di Carosello, Davide Panizza: “I teli hanno la funzione di mantenere una temperatura inferiore al di sotto, riflettendo la luce solare e riducendo così la temperatura della neve: li stiamo applicando dal 2008 con ottimi risultati”.
La strategia anti-scioglimento non si limita però ai soli teli estivi. Già in autunno, non appena le temperature lo permettono, e fino a marzo inoltrato, viene attuata l’altra fase del programma: la superficie nevosa è incrementata attraverso sparaneve di ultima generazione utilizzando l’acqua di un adiacente bacino idrico naturale. Il processo dura fino a marzo inoltrato e serve a proteggere il ghiaccio sottostante. Uno sforzo imponente e non certo non a basso costo, ma gli effetti si vedono: da un confronto tra la condizione del ghiacciaio registrata nel 2008 e quella attuale, emerge che è stato salvato dallo scioglimento uno spessore di ghiaccio alto oltre 50 metri.
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