Nella sala “Borghesi Bertolla” di Cles è stata ricordata la figura di Ferruccio Corradini, pioniere delle radio comunicazioni in Valle, assieme a Dino Quarta e Tullio Visintainer.
I molti interventi di radioamatori che hanno conosciuto e collaborato con questi precursori, hanno portato in luce una passione e un mondo sconosciuto ai giovani e alla maggior parte dei presenti, che hanno scoperto una pagina di storia di Cles. Un radioamatore, dopo aver conseguito un patentino e accumulato un notevole bagaglio di esperienza e conoscenza del mondo radiantistico, in passato aveva la soddisfazione di fare collegamenti con l’ausilio della propria radio e di un’antenna, anche con l’altro capo del mondo. Quello, insomma, che si riesce fare adesso un ragazzo con l’ausilio di un computer e di Facebook, senza impiegare alcuno sforzo.
Massimiliano Debiasi ha introdotto la serata con queste parole: “CQ – CQ – CQ, cadenzato con un microfono, significa ‘ciao sono qui! C’è qualcuno che mi ascolta?’. In quel momento è come gettare l’amo nell’etere, per dirla con Aristotele, nell’elemento più elevato e incorruttibile dove si muovono solo le sfere e i corpi celesti. E chi abboccherà è sempre un mistero, spesso una sorpresa”.
Debiasi, coordinando tutti gli interventi, è riuscito a far parlare anche chi si destreggia molto bene con la tecnologia, ma ha difficoltà a intervenire in pubblico. Negli anni ’70 fu fondata a Cles la prima sezione ARI Associazione Radioamatori Italiani. Il primo presidente fu Alfredo Sarcletti e l’attuale è Massimiliano Ungaro.
Durante la serata, il fratello di Ferruccio Corradini, Renzo, ha raccontato la nascita del primo ponte radio a Cles nella località Verdè, negli anni ‘80. Autocostruito si inseriva sulla frequenza 430.150 di entrata e 431.750 di uscita. Riuscirono a collegarsi con stazioni che operavano a Modena, per quel tempo fu un grande successo, di cui parlò anche la stampa locale. Sono emersi non solo l’abilità tecnica nei collegamenti, ma anche dei salvataggi di persone in difficoltà in montagna, proprio grazie agli interventi dei radioamatori, che hanno dato supporto alla grandi gare sportive che si sono svolte in Valle.
Dopo vari contatti tramite la radio, ci si incontrava, nascevano delle amicizie e anche qualche contatto più profondo che è sfociato in matrimonio.
Ugo Fanti, un tecnico qualificato di Rumo, ha ricordato la sua amicizia con i pionieri delle telecomunicazioni in valle. In modo particolare la sua amicizia nata attraverso la radio con Massimino di Pergine, non vedente, con poca mobilità, per cui il gruppo si adoperò a costruire apparecchiature agevolando l’uso della radio. “Era un piacere sentirlo parlare, elargire informazioni sulla propagazione, sui collegamenti in radio, come su molteplici altri argomenti pratici. Dopo il suo silent key sono rimasto in amicizia con i suoi familiari”.
Sono stati ricordati anche i collegamenti con le missioni in Africa, con quella di padre Camillo Calliari in Tanzania, dove operavano periodicamente i volontari della Valle, e che si potevano raggiungere solo via radio. In valle c’era anche una sezione CB, che operava sui 27 mega hertz, molto attiva, con incontri e attività varie e che aspirava a prendere il patentino per operare sulle altre frequenze.
Per la serata, come dimostrazione, è stato allestito anche un collegamento con Perugia, tramite una radio e un’antenna provvisoria. Questi apparecchi creavano anche disturbi al telefono, alle TV, per cui bisognava trasmettere a notte inoltrata.
Luciana Agostini ha ripercorso anche la nascita di Radio Anaunia, la prima radio libera della Valle. Il presidente Massimiliano Ungaro ha ricordato, infine, che tutti gli anni si fanno i corsi per preparare gli appassionati ad affrontare l’esame di ammissione per accedere al patentino a Bolzano.
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