Domenica 28 dicembre una settantina di figuranti provenienti dagli abitati di Valmorbia, Dosso, Zocchio e Tezze hanno indossato i costumi per mettere in scena la nascita di Gesù. “Tutto è cominciato nel 2008 quando il museo etnografico ha proposto ai residenti di organizzare la rappresentazione sacra”, spiega Massimo Plazzer, assessore all’ambiente e organizzatore del presepe vivente.
La minuscola frazione affacciata sul Leno ha alcune caratteristiche che la rendono perfetta per accogliere la recita natalizia: vicoli stretti percorribili solo con piccole utilitarie, pavimentazione in porfido e case addossate l’una all’altra, con tante nicchie riparate.
“La gente ha accolto subito con entusiasmo la proposta – sottolinea Plazzer – e ha messo a disposizione portici, cantine, legnaie e sottoscale. Ogni anno a settembre ci incontriamo per fare la conta di chi vuole partecipare al presepe”. I volontari non mancano mai: oltre ai (pochi) residenti dei quattro paesini, vengono coinvolti fidanzati, parenti “emigrati” in città e conoscenti.
Man mano che ci si avvicina alla data fatidica, aumentano i preparativi. “La vigilia della manifestazione è caduta molta neve. Dovevamo decidere se far saltare tutto o rimboccarci le maniche per ripulire da soli il percorso”, aggiunge l’assessore. All’alba dell’ultima domenica di dicembre, trenta volontari erano in strada con badile e scopa per togliere dai vicoli di Valmorbia la coltre bianca che si era depositata durante la notte e alle 17 la frazione era pronta per accogliere i visitatori.
Per la prima volta in questa edizione è stato organizzato un servizio navetta che da Anghebeni portava gli spettatori al presepe vivente, sopperendo così alla cronica assenza di parcheggi di Valmorbia. Nonostante il freddo, molte persone hanno voluto assistere alla rappresentazione. Ogni anno la storia della nascita di Gesù si arricchisce di nuovi personaggi: c’è il falegname, il fabbro, il panettiere, le filatrici e il taglialegna, il pastore con il suo gregge di capre, lo speziale, la lavandaia, l’osteria e i beduini. Gli abitanti di Vallarsa raccontano anche il momento del censimento di Erode e, ovviamente, la venuta dei Re magi: i tre viaggiatori sono partiti da Dosso e, a piedi, hanno raggiunto il centro di Valmorbia, seguiti da un corteo di angioletti. Ad attenderli nella mangiatoia c’erano Maria e Giuseppe con un neonato di Vallarsa nell’impegnativa parte di Gesù.
“Siamo orgogliosi del nostro presepe – conclude Massimo Plazzer -. Attorno a questo evento si concentra gran parte della socializzazione della nostra comunità e la manifestazione è uno sprone per abbellire il paese e uscire dalla case per parlare con il proprio vicino”.
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