“Chiamatemi Anna” (nell’originale Anne with an E), serie televisiva prodotta dall’emittente canadese CBC e trasmessa da Netflix, è tra le più attese e apprezzate degli ultimi anni. Giunta alla sua terza e ultima stagione, è ispirata al romanzo Anna dei tetti verdi della canadese Lucy Maud Montgomery pubblicato nel 1908; la vicenda dell’orfana dai capelli rossi, adottata a causa di un fortuito malinteso dai fratelli Cuthbert, è diventato un classico della letteratura per ragazzi ed è già stata trasposta più volte sia come film che come cartone animato.
Questa versione appare semplice e lineare e il risultato finale non solo è gradevole e coinvolgente, ma anche educativo, coerente e decisamente accattivante nella sua narrazione. La serie si discosta in parte dal romanzo e, seppure rispettandone ambientazione e costumi, ne propone un’interpretazione moderna affrontando tematiche attuali.
Un’immagine evocativa apre la serie e fa capire che il principio ispiratore è quello del rispetto della libertà e dei diritti umani: Anna che cavalca libera nei prati di Avonlea, coraggiosa e determinata, sostenuta dall’affetto di amici e famiglia, sicura che il suo credere nei valori di giustizia e uguaglianza la porterà lontano.
Nella sua terza stagione, infatti, questa fiction esplora e racconta le vite di molti personaggi, non solo quella di Anna, e affronta in maniera intelligente temi come l’integrazione e il razzismo, i diritti delle donne, la libertà d’espressione e di stampa, l’importanza e il valore della famiglia, il coraggio del perdono e l’amore.
Di indole altruista, Anna combatte per chi subisce ingiustizie e non ha la forza di difendersi in una società talvolta chiusa e oppressiva: aiuta Ka’Kwet, una ragazza indiana che viene allontanata dalla famiglia e rinchiusa in una scuola affinché dimentichi la propria cultura; difende Josie dopo che il fidanzato ne rovina la reputazione e si espone pubblicamente denunciando la situazione delle donne dell’epoca; organizza una protesta pubblica contro la censura e il diritto alla libertà di stampa.
La giovane Anna Shirley, interpretata da un’ottima Amybeth McNulty, è un’eroina positiva che cerca la propria realizzazione attraverso lo studio e l’impegno e sottolinea quanto il potere della poesia, dell’arte e dell’immaginazione siano essenziali per trovare il proprio equilibrio in una società sempre più complessa e priva di riferimenti consolidati e dove tutto, anche i valori, vengono messi quotidianamente in discussione da modelli del tutto opposti e solo apparentemente vincenti.
Lascia una recensione