È giovanissima Martina Tessadri, la sua è una famiglia contadina da ben quattro generazioni, tra Ora e Caldonazzo. Ventuno anni compiuti da poco, ha frequentato l’Istituto tecnico agrario di Ora. Fa parte dell’associazione giovani contadini, un sodalizio che organizza attività di formazione e di sensibilizzazione tra i giovani sull’agricoltura e il lavoro nei campi, perché c’è bisogno che i giovani scoprano o riscoprano l’agricoltura, per evitare lo spopolamento delle campagne e l’abbandono.
Martina nelle campagne di Caldonazzo possiede mezzo ettaro di terreno, che può sembrare poco – ma se si considera che ha cominciato da poco non è così -, dove coltiva lamponi che conferisce alla cooperativa di Sant’Orsola ed è un lavoro che le piace particolarmente. Stare all’aria aperta, il contatto con la natura, vedere ed osservare il volgere delle stagioni le risulta gradevole e non cambierebbe il suo lavoro per nessun altro al mondo. E’ un lavoro in cui si sente attrice in prima persona e dove ha occasione di imparare tante cose.
Anche ad Ora ha mantenuto radici e si dà da fare con altre ragazze e ragazzi del posto in occasione di feste e ricorrenze, sacre e profane, per rendersi utile nei confronti della comunità. Corsi di cucina e di ballo, l’organizzazione delle feste del Sacro Cuore e, in dicembre, di San Nicolò, sono tutte occasioni e modi di aggregazione e contatto umano con gli altri a cui Martina non si sottrae e anzi partecipa volentieri.
Nei campi la coadiuva suo padre, ma Martina ha tutte le intenzioni di rendersi autonoma appena possibile, ha il giusto piglio e orgoglio, questa giovane donna, per cimentarsi in un’attività che le piace e la rende felice. E se a Salorno ha contribuito a ristrutturare un antico casale per farvi un agritur – un’attività di accoglienza turistica servendo prodotti locali in un ambiente agreste -, a Caldonazzo ha tutte le intenzioni di “allargare” la produzioni affiancando alla produzione di lamponi, anche quella del ribes e dei mirtilli.
Si organizza le giornate, Martina, le riempie di sollecitudine e cura per la terra che lavora, le giovani pianticelle che hanno il ciclo di un anno, la loro messa a dimora, il fatto di “accompagnarne” la crescita. E se questo è un lavoro che inizia materialmente a fine aprile, inizio di maggio, poi si tratta di “seguire” il crescere delle piante e saperlo fare bene con professionalità e amorevolezza.
Nella stagione della raccolta si reca ogni giorno alla cooperativa Sant’Orsola per il conferimento del prodotto, tenere i contatti con i tecnici, ed è con grande soddisfazione personale che ha notato –osserva- un incremento della produzione quest’anno rispetto a quello precedente, in quantità e in qualità.
Anche nella stagione “morta” Martina ha un sacco di cose da fare, contatti, presenze, viaggi. Adesso, ad esempio, è impegnata nella predisposizione del sito Internet (un modo per farsi conoscere e allargare il raggio d’azione) e nella prenotazione delle pianticelle per la prossima stagione. Una serie di impegni che le riempie le giornate con crescente soddisfazione, anche se il lavoro non manca, a Martina va bene così. E una particolarità di questa giovane imprenditrice agricola è quello dell’impegno con gli altri giovani per tener desta l’attenzione al lavoro in campagna –incontri sui territori, serate di sensibilizzazione- in modo speciale con una specie di raccordo tra Trentino e Alto Adige/Sud Tirol per diffondere il lavoro agricolo tra ragazze e ragazzi, far capire loro che è fatto di fatiche e di grandi soddisfazioni.
Avanti, dunque con sciroppi e marmellate, nuove tecniche da apprendere e tanti sogni nel cassetto –socialità e convivenza- per il futuro di questa solerte e tenace –dolce- giovane donna in agricoltura.
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