Un altro lutto per la famiglia cappuccina trentina: nell’infermeria del convento dell’ospedale di Rovereto è morto venerdì scorso a 95 anni padre Vito Valer, trentino di Trento, entrato a 11 anni nel seminario della Cervara che allora contava 137 seminaristi.
Dopo gli studi in filosofia e teologia e la professione perpetua diventa sacerdote nel 1948, dopo aver visto partire dalla stazione di Trento i primi 11 cappuccini per il Mozambico. Dopo aver insegnato per qualche anno greco e latino accetta di imbarcarsi sulla nave l’11 aprile 1956 “con santa incoscienza” per arrivare dopo 24 giorni a Quelimane e Milange nell’ignoto Mozambico dove darà la sua vita fino al rientro nel 1989.
Ci restano oltre alle testimonianze dei confratelli e di tanti familiari e amici ci restano i suoi due libri di racconti “Ricordi africani”, a narrare un’azione missionaria innovativa, coraggiosa (negli anni della guerra civile) e comunitaria.
Al rientro in Italia, provato anche sul piano fisico, recuperò le forze anche con l’aiuto dei gruppi-famiglie di S. Antonio a Trento e poi ad Ala, dove dal 1991 s’inserì nella pastorale.
Nella quiete di Ala poté assolvere al mandato di scrivere la storia dei Mozambicani, dal 1498 al 1992, raccolta nel libro “In Africa con Francesco d’Assisi”. Un lavoro che coincide con gli accordi di pace in Mozambico e che nel 2004 lo porterà a pubblicare una Bibbia in lingua locale Bibbia in lingua locale, l’etxuwabo (una delle 49 lingue parlate in Mozambico); nella traduzione hanno collaboratoo i vonfratelli Leone Zeni, Lodovico Festi, Vito Valer, il defunto p. Basilio Corradini e altri.
Negli ultimi vent’anni ad Ala si ricorda il suo lavoro al convento nell’ascolto e nella direzione spirituale, il suo servizio da assistente dell’Ordine Francescano Secolare e la sua visita a tanti anziani nelle loro case. Nel 2008 ha celebrato il suo 60° anniversario di sacerdozio a Fatima e nel 2014 è passato da Ala a Rovereto dove è ora sepolto nel cimitero cittadino.
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