Per ora il suo viaggio è partito solamente online, ma appena sarà possibile il Forno Vagabondo inizierà ad attraversare le strade dell’Alta Vallagarina, portando a bordo della sua cargo bike elettrica il sapere antico e popolare della panificazione, rivisitato in chiave moderna.
Un progetto davvero particolare, realizzato con il supporto della Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale – sVOLTA, che vede coinvolte varie realtà del territorio: capofila è l’associazione Italia-Nicaragua/Comun’orto, poi l’associazione Goever – Cereali e prodotti del Trentino, Portobeseno/Comitato Genitori Calliano, Brave New Alps, La Foresta – Accademia di comunità e Multiverso.
Ampia la comunione di intenti, per raggiungere più persone possibile, spiegano i due facilitatori del progetto, Flora Mammana e Matteo Pra Mio, entrambi designer di professione e da qualche anno appassionati panificatori. “L’idea di base è quella di avvicinare le persone a tematiche come la biodiversità, l’economia circolare, la sostenibilità e l’alimentazione sana con prodotti a km zero attraverso la realizzazione del pane, un’attività conviviale e allo stesso tempo semplice, a portata di tutti”, racconta Matteo: “La bici elettrica è un po’ l’emblema di questo progetto, per sensibilizzare e incuriosire le persone anche riguardo a questo mezzo: sia parlando di mobilità che di cibo non vogliamo spiegare le cose, ma farle scoprire, tramite la pratica e la curiosità”.
Sulla mappa per ora sono segnate sei tappe, dal Brione a Nomi, poi Calliano, Villa Lagarina e Rovereto centro, per finire alla sede dell’associazione La Foresta, presso l’ala nord della stazione dei treni roveretana. Tre settimane di permanenza in ogni luogo, dove il forno diverrà sociale, con il pane a fungere da ottimo spunto di convivialità, oltre che educativo, grazie ad un percorso di sei attività che spingeranno i cittadini ad approfondire un approccio sostenibile e locale rispetto alla produzione e al consumo.
Anche se il coronavirus ha scombinato le tempistiche previste il Forno Vagabondo non si è scoraggiato, e si è messo in moto almeno virtualmente sui social e attraverso materiali caricati sul web, come il libretto informativo che spiega come far nascere e prendersi cura di un lievito naturale, o il video, sullo stesso tema, realizzato in occasione del Sustainability Festival di Bolzano, quest’anno soltanto online.
Quando si potrà partire però sarà diverso e progetti di comunità come questo assumeranno un significato ancora maggiore, è l’auspicio di Flora: “Abbiamo voluto un forno sociale addirittura mobile per raggiungere le persone nei paesi, fare il pane nei parchi, all’aperto, per far tornare la vita nelle piazze e, nel nostro piccolo, costruire comunità“.
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