La ragazza nel bagagliaio e l’orso sul balcone

L’orso sul balcone a Calliano

Gli spunti

Desidero prima di tutto congratularmi con il Servizio Forestale e i responsabili della Provincia  per la cattura – dopo una lunga “latitanza” di nove mesi –  dell’orso M49. Per i suoi “vagabondaggi” l’orso – denominato Papillon dal celebre libro e film sul prigioniero evaso dal “bagno penale” della Guyana – si è guadagnato anche una certa simpatia popolare. Una sorta di Robin Hood, insomma. Ma occorre guardare la realtà a fondo. Papillon non ha mai attaccato l’uomo, ma entrava nelle baite, impauriva pastori e allevatori, assaliva il bestiame. E’ vero che occorre imparare nuovi rapporti con la natura e con gli animali (convivere con il “virus”sarà molto più pesante e costoso) ma va riconosciuto che era necessario recludere il plantigrado, anche per impedire che una crescente ostilità crescesse fino a provocare reazioni incontrollate. Adesso poi s’è verificato l’episodio di Calliano, dell’ “orso scalatore” sul balcone, ripreso da un video che ha fatto il giro del mondo. Verrà catturato anche questo orsetto troppo invadente? Ma poi?

Lettera Firmata –Trento

Nasconde la fidanzata nel bagagliaio. A Storo, per stare insieme i due avevano escogitato un piano, ma sono stati scoperti e multati. Pur di vedersi, una giovane coppia di fidanzati era pronta a tutto. Per stare insieme lei ha addirittura acconsentito a infilarsi nel portabagagli dell’auto di lui. È lì che i carabinieri l’hanno trovata durante un controllo. I due, dopo settimane di lontananza, evidentemente non se l’erano sentita di attendere ancora. Ma la passione è costata loro una pesante sanzione.

l’Adige  – 6 maggio 2020

Quando si potrà uscire di nuovo, magari senza mascherine, e ripercorrere i tempi sospesi della reclusione antivirus, due storie soprattutto emergeranno, emblematiche di queste giornate.

La prima è quella dell’orso “Papillon”, la seconda della fidanzata nascosta nel bagagliaio per incontrarsi col suo “moroso”. Da un lato orso e fidanzati possono essere imputati di “trasgressione”, certo, fermati e puniti per aver violato norme necessarie alla convivenza civile. Dall’altro però, sia l’orso che i fidanzati, nel “tempo senza tempo” dei “domiciliari” si sono rivelati quasi un simbolo di quanto sia profondo il bisogno di contatti, di spazio, di relazioni che porta a vivere e che richiede “libertà”, non solo come cornice entro cui esprimersi, ma come forza trainante per determinarsi.

Andavano fermate queste trasgressioni? Sì,  ma va pur riconosciuto che esse racchiudono un messaggio di speranza che le travalica. La voglia di vita, di normalità, di ritrovare nuovi equilibri con la natura ed anche di volersi più bene, resta insopprimibile, ed è la vera forza di speranza verso un mondo possibilmente più giusto, più equo, più sereno. La speranza non è una rassegnazione. E’ una forza formidabile di crescita.

Anche la storia degli orsi – quello errabondo preso a Malga Rosa e quello scalatore di balconi a Calliano – si presta ad una lettura meno superficiale di quanto potrebbe apparire, perché l’orso può convivere con l’uomo, lo fa in molte parti del mondo, ed è un vanto – per il Trentino – dimostrare che il suo territorio non ospita solo la più alta concentrazione di impianti sciistici meccanizzati al mondo, ma consente anche una dimensione libera, nei boschi, ad un animale totemico al quale per secoli (e basta guardare alle fiabe o agli stemmi araldici) l’uomo s’è ispirato.

L’orso poi  sa imparare, ha una profonda memoria, gli si può “insegnare” a non scorazzare, tanto che i fatti di questi giorni ricordano molto da vicino il celebre romanzo di Dino Buzzati (il grande scrittore legato al Trentino dall’amicizia alpinistica e letteraria con Rolly Marchi) “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”, da cui fu tratto anche un film di successo. Il libro è del 1945, ma la sua storia non è così lontana. Buzzati racconta che il Re Orso, dopo il rapimento del figlio Tonio da parte degli uomini, entra in guerra con il Granduca di Sicilia. La vittoria finale lo insedia sul trono di un regno stravagante e fittizio che porta gli orsi a degenerare nell’assimilazione dei vizi umani, tanto che prima del finale il Re Orso lancia un appello agli orsi e un monito ai lettori … “Lasciate questa città dove avete trovato la ricchezza, non la pace dell’animo, toglietevi di dosso quei ridicoli vestiti. Buttate via l’oro. Gettate i cannoni, i fucili e tutte le diavolerie che gli uomini vi hanno insegnato.  Tornate quelli che eravate prima. Come si viveva felici in quelle erme spelonche aperte ai venti, rispetto a questi  chiusi e stantii palazzi”.

Che dire?  Non è stravagante e fittizio – come le fragilità produttive e finanziarie post-virus hanno mostrato – il nostro sistema? Non siamo anche noi orsi che hanno lasciato i boschi… per finire rinchiusi fra quattro mura? Non occorre ritrovare armonia nella natura?

La recente “piccola invasione” di orsi nel Trentino  induce così a riflettere sui destini umani, così come l’immagine della ragazza nel bagagliaio, alla quale non può non andare un saluto di simpatia. Verrebbe voglia di farle un piccolo regalo di incoraggiamento verso l’amore, per realizzarlo non solo “trasgredendo”, ma “costruendo”: un pezzo della sua felicità, in una società rinnovata, di armonie di vita. Per ripartire tutti insieme.

vitaTrentina

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