L’annuncio della chiusura della Cooperativa di via Regia merita di essere ripensato a tutti i livelli, cooperativi e comunali
Lo spunto
Sembra inevitabile ormai la chiusura del punto vendita della Famiglia Cooperativa in pieno centro storico a Levico . Un paio di cartelli annunciano il 21 di questo mese come ultimo giorno della storica attività. Aperto tutto l’anno, è il punto vendita della Cooperativa dagli anni Ottanta, con una storia anche precedente di rivendita alimentare. Una vera perdita per l’economia del centro storico che lascerà delle vetrine vuote e mancherà a tutti coloro che vi si recavano per gli acquisti, trovando un clima familiare, gentilezza, sorrisi e anche l’occasione per scambiare due parole. L’invito è quello di recarsi tutti nel ristrutturato centro cooperativo di via Casotte (sulla circonvallazione n.d.r.) nel nuovo Supermercato Coop Trentino. La decisone è già presa, a quanto si dice, e le serrande saranno abbassate. E c’è dispiacere e arrabbiatura nelle voci delle clienti appena uscite dalla bottega.
l’Adige, 13 settembre 2019
La Cooperazione sta vivendo un momento di ripresa e rilancio, dopo anni difficili economicamente e psicologicamente. I conti sono tornati in ordine sia nel credito che nel consumo – i due pilastri strategici – grazie anche a iniziative rigorose (a volte dolorose) di snellimento e riduzione dei costi. Di questo va dato pieno merito ai responsabili di decisioni non facili, senza buonismi e populismi oggi tanto gettonati. Contemporaneamente le vicende politiche ed economiche del Trentino, del Paese e dell’Europa confermano quanto importante (e alternativa ad una disastrosa politica consumistica di mercato, che esalta la concorrenza, ma conduce ai monopoli e a un lavoro sottopagato) sia la Cooperazione, che “deve” stare sul mercato, ma al tempo stesso salva il patrimonio e il lavoro delle generazioni, senza umiliarlo ad affare di “comperati e venduti”. In questa prospettiva l’annunciata chiusura della “Famiglia Cooperativa” di Levico (centro) , dopo il riordino e la razionalizzazione del “Coop” di via Casotte (sulla circonvallazione, in concorrenza diretta con il vicino Poli) non può che lasciare perplessi, ed anche stupiti , perché il supernegozio è cosa ben diversa dalla “Famiglia” di via Regia, sulla piazza della chiesa, nel centro di una città termale che ha potenzialità molto forti, pur trovandosi ancora alla ricerca di una propria identità. L’annunciata chiusura suscita reazioni di rifiuto proprio in chi ama e sostiene la Cooperazione, per ragioni generali e per motivazioni specifiche relative alla realtà levicense. Quelle “generali” derivano dalla consapevolezza che la prossima sfida cooperativa nel Trentino riguarda la riconquista dei centri storici, assieme al presidio dei piccoli paesi di montagna che tutti abbandonano. Nell’ultimo mezzo secolo la Cooperazione ha vinto tre sfide epocali. La prima è stata quella di mostrare che la “cooperativa” non è uno “spaccio” residuale, ma ha pari dignità e qualità dei negozi privati. Oggi nei centri turistici, come Cortina, Pinzolo, Campiglio è anche “di moda” fare la spesa in coopertiva. La seconda è stata di resistere all’ondata consumistica americanizzata confrontandosi alla pari con la “grande distribuzione” senza i suoi risvolti distruttivi: ché ha cancellato la classe media dei commercianti, ha imposto un appiattimento industriale ai prodotti e ha fatto dei suoi capannoni le nuove cattedrali del consumismo. Tanto che la domenica si va al centro commerciale invece che in chiesa. Occorreva confrontarsi (e i costi sono stati altissimi) ma oggi le sfide sono più complesse, perché occorre corrispondere anche a chi cerca i prodotti di nicchia, senza seguire il modello americano nel degrado in cui ha ridotto le “Downtown”. Ché se un tempo erano da servire, e da non lasciar morire i paesi, oggi l’abbandono riguarda i centri storici, dove decine di negozi chiudono ogni giorno per gli affitti esosi, diventati “salotti” noiosi, tanto che si cerca in ogni modo di ravviarli con eventi, bancarelle e mercatini. La stessa Cooperazione, del resto, sembra rendersene conto, tanto che a Trento ha portato a termine la ristrutturazione e il rilancio di due negozi cooperativi storici, come quello di Via Brigata Acqui e di Nazario Sauro.
Quanto al caso specifico di Levico non sappiamo bene perché viene chiuso il piccolo negozio “centrale” che solo alcuni anni fa era in attivo mentre il supermercato accusava il rosso. Ma non è difficile immaginarne le ragioni. Oggi probabilmente le parti si sono invertite, i costi pesano, si ritiene inutile avere un doppione, i clienti dell’uno possono passare al’altro. Ma non è così e il pericolo è che Levico faccia la fine di Pergine, svuotata al suo interno per gli interessi degli immobiliaristi commerciali.
A Levico, infatti, i due negozi non sono intercambiabili, hanno ruoli, funzioni e clientele diverse. Il rinnovato supermercato, accogliente, ben fornito e ben gestito, serve soci e clienti dei numerosi sobborghi e i turisti dei (numerosi) campeggi sui laghi. Via Regia, invece è soprattutto al servizio degli abitanti della città e dei visitatori, in una strada che è fra le più belle del Trentino. Via Regia e via Dante sono ideali per passeggiare, non solo per fare shopping, mettono in comunicazione le Terme con il parco, sono una vetrina di proposte e occasioni anche umane. Una “cooperativa” non può mancare di fronte alla cassa rurale, ad un pasticcera fra le migliori ed alla più vivace libreria del Trentino, che magari l’avesse Trento. Certo l’offerta della “Famiglia” può essere precisata, rilanciata, differenziata, riqualificata con i prodotti della campagna vicina (quando ci si accorgerà che Levico ha anche un’agricoltura di qualità?). Insomma l’annuncio della chiusura merita di essere ripensato a tutti i livelli, cooperativi e comunali.
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