Sono tanti capitoli di un'appassionante epopea quelli raccontati in questo numero di Ferragosto: le strade scavate con la fatica nella roccia del Ponale o del Menadòr, sospese dentro la forra del Limarò o sul viadotto di Ponte Alto, a superare i rischiosi tornanti dei Crozi. Un cantiere lento e diffuso, che ha accorciato le distanze e unito il Trentino, aprendolo al mondo.
Infatti, come osserva l'arcivescovo emerito Luigi Bressan nel suo personale contributo “le strade sono le venature del tessuto sociale, capaci di ampliare i contatti e di far crescere le comunità, allargando gli orizzonti”.
Ma questa monografia non vuole solo saldare almeno in parte un debito di riconoscenza alla lungimiranza di tenaci “apripista” – amministratori ma anche ingegneri e operai, cantonieri e “stradini” – che hanno sottratto all'isolamento le valli trentine. Vuole essere anche uno stimolo a non dimenticare l'esigente equilibrio con il paesaggio naturale, a valorizzare le meno impattanti autostrade digitali, a non sacrificare il territorio sull'altare della velocità a tutti i costi.
La gradualità che ricorre nelle tappe di questo racconto caratterizza anche il significato metaforico di ogni strada, sedimentata nei mille proverbi della tradizione popolare e rilanciata dai brani musicali di tanti moderni cantautori, che pure punteggiano queste nostre pagine.
La strada – come insegnava don Giorgio Basadonna nella sua ormai nota “spiritualità”, da manuale non solo scout – può anche far paura, ma va preparata con attenzione, alleggerendo l'animo e lo zaino da quanto ancora pesa. La strada va percorsa e gustata, assaporando doni e sorprese, gustandosi il silenzio e il ristoro della sosta. La strada va anche ripercorsa e rivista, riconoscendone i frutti e gli incontri, riflessi di Dio.
Passo dopo passo, dunque. A scoprire che “la strada diventa l'immagine per descrivere lo stile del cristiano che sull'esempio di Gesù è chiamato a fare strada per diventare strada, buona strada”, come rileva il biblista don Stefano Zeni.
Vale per la giovane mamma di Nazareth, Maria, che celebriamo il 15 agosto: Lei che ci indica la Via perchè ha saputo accogliere il Verbo e si è fatta anche fisicamente “strada” per farlo arrivare agli uomini. La tradizione mariana – suggellata nei dogmi ottocenteschi – è arrivata a definire in questo senso Maria “via della verità” e “via della bellezza”, con due accezioni che potremo riscoprire in questo Ferragosto mariano.
Buona strada!
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