E' passato inosservato il richiamo a San Vigilio del vescovo Lauro alle “velenose forme di contrapposizione e di conflitto” che attraversano la società civile trentina. Forse perchè oscurato dai riferimenti alla Brexit come “via d'uscita solitaria che prevale rispetto alla fatica di un cammino condiviso” o anche al “volto rigato dalle lacrime di tanti uomini e donne per la mancanza del lavoro”, immagine apprezzata dai sindacati di casa nostra.
Eppure questa constatazione amara sul litigioso clima locale, è tutt'altro che marginale nell'analisi di mons. Tisi come dimostra la sottolineatura che egli – in stile Papa Francesco, quando abbandona il testo scritto – ha voluto aggiungere a braccio con un punto esclamativo: “Siamo schietti: stiamo litigando troppo!”.
Non devono consolarci le lusinghiere graduatorie di merito fra le regioni italiane per qualità della vita davanti a questa realtà quotidiana che spesso non vogliamo riconoscere: in Trentino – oggi forse più di ieri – tendono a prevalere i contrasti, le impuntature, i veti reciproci. I dati sui contenziosi confermano un aumento che qualche anno portò Regione e avvocati a fornire consulenza per la mediazione civile, ma la conferma diretta viene dagli osservatori esterni trapiantati nella nostra terra che dopo qualche mese di permanenza si trovano quasi sempre a constatare un alto tasso di rivalità e astio, duri a morire. E al Servizio di Salute Mentale – come ha documentato radio Trentino inBlu – si rivolgono sempre più persone segnate da conflitti interpersonali, inaspriti forse anche dal contesto nazionale e internazionale.
E non è vero – come dice un proverbio sciocco – che “la bega, lega”. Alla lunga semmai disgrega, perchè il virus del “con te non ci sto” è maleficamente contagioso, invelenisce i rapporti, sclerotizza le relazioni. Non stiamo parlando di quel salutare confronto, mirato a riconoscere i motivi di conflitto per arrivare a ricomporre le distanze, che farebbe solo bene in ogni rapporto amicale, coniugale e familiare.
La litigiosità da estirpare si nutre da radici profonde: il tornaconto della propria posizione, l'invidia verso l'altro, il vantaggio economico, la rendita di posizione sociale, il regolamento di conti…
Un impegno da perseguire entro San Vigilio 2017 potrebbe già essere quello di “vigilare” su questa litigiosità nostrana. Prevenendone la diffusione e alimentando invece gli anticorpi di rispetto, tolleranza e fraternità che possono guarire e alleviare il corpo sociale e la fatica dei suoi membri più deboli.
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