Lezione di misericordia

“Vi voglio bene”. E' un'immagine agghiacciante e nello stesso tempo dolcissima quella di Carmela, mamma agonizzante, colpita a coltellate dalla furia omicida del marito, abbracciata alla vicina di casa accorsa in suo aiuto. A lei affida le ultime parole d'amore per i due figlioletti. Un testamento che accompagnerà la loro crescita, ma sul quale tutti devono riflettere. La scena straziante ha preceduto infatti di meno di 24 ore l'annuncio da parte di Francesco di un Giubileo straordinario, un Anno Santo della misericordia. Lo ha fatto nella basilica vaticana durante la celebrazione penitenziale con le parole: “Ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: 'Siate misericordiosi come il padre'”. Il Vangelo – ha ancora affermato – “ci apre un cammino di speranza e di conforto”, prospettive che desideriamo augurare ai familiari di Carmela e a quanti seguono con apprensione e trepidazione la sorte del marito in fuga, braccato dalle forze dell'ordine e chiamato a rispondere alla giustizia. Ci si augura che pure lui possa aver appreso il messaggio di amore intensissimo della consorte.

Certo non hanno come riferimento il fatto di Pergine altre considerazioni del Papa, ma milioni di casi analoghi frutto dell'odio, delle guerre, del pregiudizio e dell'indifferenza, per ribadire che la Chiesa “è la casa di Gesù”, una “casa di misericordia” che accoglie di tutti e non un luogo del quale i cristiani possano “chiudere le porte” come spesso capita. Servono quale monito per chi, esacerbato dalla drammaticità di molti fatti di cronaca, invocano una giustizia sommaria, si lasciano andare a valutazioni disfattiste su tutto e su tutti, usano violenza. Quanta gente arrabbiata per strada mentre dilagano gli scandali di molti chiamati o eletti in posti di responsabilità pubblica e privata. Eppure il Papa, in una visione ben più ampia degli avvenimenti, non solo ecclesiali, invita tutti a guardare oltre, a puntare sul cuore per vedere di quanta generosità ognuno è capace. Nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio.

“La Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta”. Le sue porte permangono spalancate – conferma – perchè quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono”. Misericordia e perdono sono dunque considerati come cardini della vita cristiana, decisivi in una società che cambia e che continua a riproporre situazioni di povertà, di sofferenza, di violenza, ma anche una povertà spirituale, di relazione e di cultura. La misericordia individuale non vuole e non può sostituire la giustizia sociale, ma può essere l'ispirazione e la motivazione a darsi da fare – è quanto sostiene il card. Walter Kasper nella sua recente pubblicazione “La sfida della misericordia”. Si tratta di un'accoglienza che troverà la sua immagine simbolica proprio nel rito iniziale del Giubileo straordinario, con l'apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, l'8 dicembre prossimo e delle altre tre Porte Sante di Roma delle Basiliche Maggiori di San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura.

L'iniziativa vuole invitare i fedeli di tutto il mondo a celebrare il sacramento della riconciliazione. “Un po' di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto” aveva dichiarato Bergoglio all'esordio del suo pontificato. Il suo motto da vescovo è riassunto in queste parole: “Miserando atque eligendo” (con misericordia e predilezione). Da Papa ha coniato il neologismo “misericordiando” e citato il termine misericordia per 31 volte nell'Esortazione apostolica Evangelii Gaudium.

Infine nel messaggio quaresimale 2015 esorta i fedeli a diventare “isole di misericordia in mezzo al mare dell'indifferenza”, dimostrando una costante linea di coerenza con questo principio evangelico, indubbiamente conflittuale. Misericordia è dunque la parola chiave dell'Anno Santo. Dal secolo scorso è il terzo Giubileo straordinario, dopo quelli del 1933 e del 1983, indetti rispettivamente da Pio XI e da Giovanni Paolo II per celebrare i 1.900 e i 1.950 anni dalla Redenzione. Gli Anni Santi ordinari, invece, finora celebrati sono 25, per lo più a distanza di un quarto di secolo l'uno dall'altro. L'ultimo risale al 2000 voluto da Papa Wojtyla. Fu san Giovanni Paolo II a dare importanza al tema della misericordia con l'enciclica Dives in Misericordia del 1980 e l'istituzione della Domenica della Divina Misericordia, otto giorni dopo la Pasqua. Non a caso, il Giubileo della misericordia verrà proclamato solennemente in occasione di tale ricorrenza, il prossimo 12 aprile.

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