Il Trentino con tutte le sue molteplici componenti sociali ha aderito alla Giornata della Memoria, rimuovendo ancora una volta le tracce della coltre di oblio sulla Shoah. Negli ultimi anni le emozioni, per quanto accaduto durante la guerra nei campi di sterminio nazifascisti, sono divenute un sentire comune per un futuro di rispetto, di pace ed incontro fra i popoli, alimentato dalle grida di dolore e dalle sofferenze immani di Auschwitz e degli altri Lager. Alcuni erano stati istituiti, in base alle leggi razziali, non molto distanti dal Trentino a Bolzano, Fossoli in Emilia, Dachau considerati campi di transito ed ancor peggio di lavoro, anticamera in effetti dei campi di sterminio dove sono morte 12 milioni persone, delle quali 6 milioni ebree, ma anche dissidenti politici, disabili, sinti e rom, omosessuali, testimoni di Geova e un milione e mezzo di bambini. Centinaia i trentini deportati, molti dei quali sopravvissuti, per lo più militari che dopo l'8 settembre 1943 non avevano aderito al Terzo Reich, quasi del tutto dimenticati nonostante la terribile prova vissuta. L'elenco grazie alle ricerche degli storici si allunga di anno in anno, ma i testimoni ancora viventi rappresentano ormai una rarità. Ci furono inoltre uomini e donne che nell'anonimato protessero i perseguitati.
Resta la Giornata della Memoria alla quale possono attingere soprattutto i giovani, trasformando l'evento di un giorno in motivazioni forti, in stile di vita,
La vita purtroppo è spesso condizionata dalle malattie. A livello sociale sono sempre più numerose le iniziative, gli spot pubblicitari, le conferenze per la prevenzione delle malattie, moltissime delle quali conseguenza del benessere e della società dei consumi, per indicare le modalità per conseguire e conservare una “vita sana”. Sono nettamente inferiori le indicazione, “la scuola” per aiutare il cittadino a rapportarsi con la malattia e con chi soffre, anche se l'esperienza della malattia e della sofferenza, sia fisica che spirituale, accompagna l'uomo da sempre. Gli anticorpi, ovvero le modalità di assistenza di una persona inferma, sono del tutto cambiate rispetto al passato. Il più recente concetto di “qualità della vita” fa ritenere infatti che alcune vite, gravemente affette da malattie, non sono degne di essere vissute. Il metro di giudizio viene costruito in base alla valutazioni di parametri meramente fisici. Papa Francesco nel suo messaggio per la XXIII Giornata mondiale del malato (11 febbraio) definisce “grande menzogna” la politica di chi scarta alcune vite perché non più di qualità. Ma il prendersi cura dei malati, condizione che spesso si sovrappone anche a quella di poveri, non è qualcosa che si possa facilmente delegare ad altri. Per il cristiano poi il tempo passato con il malato non è perso. A volte può apparire monotono ed anche pesante. Ma è sempre un'opportunità preziosa.
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