Sono numerosi gli spunti di riflessione proposti dal settimanale ad Avvento ormai iniziato, tempo di attesa, di preghiera, di penitenza e non solo di shopping, che apre alla gioia del Natale. Papa Francesco e il vescovo Bressan ricordano le persone che abbracciano la “vita consacrata” che rappresenta una componente importante, per la comunità cristiana, un “dono prezioso, memoria di Cristo”. Ai religiosi e religiose è chiesta una rinnovata testimonianza del Vangelo e a tutta la Chiesa l'impegno e l'attenzione a contemplare la santità e la vitalità presenti in questa forma di vita.
La Scuola diocesana per la politica, l'economia e il sociale, fa appello a tutta la collettività, agli aspiranti candidati, alle segreterie dei partiti e al coordinamento delle liste civiche per l'adesione ad una “visione positiva verso la politica” nell'ottica della Dottrina sociale della Chiesa. La diocesi scende in campo con largo anticipo rispetto alla scadenza elettorale della primavera prossima per il rinnovo di molte amministrazioni comunali, sollecitando, di fronte ad una crescente disaffezione per la politica, adeguati ragionamenti con passione, umiltà e onestà sul bene comune.
Altri eventi di grande importanza si sono venuti affermando in questa fase di avvio del tempo d'Avvento, come la firma in Vaticano da parte dei leader mondiali di tutte le religioni, a cominciare da Papa Francesco, di una dichiarazione congiunta contro la schiavitù. Un fenomeno dalle dimensioni spaventose: si calcola che 36 milioni di persone nel mondo siano vittime di sfruttamento sessuale, lavoro forzato, lavoro minorile, vendita di organi, tratta di esseri umani. Numeri considerati approssimativi per difetto in quanto rientrano anche nell'economia sommersa gestita dalla criminalità e dalle mafie globalizzate che includono volti di bambini e di poveri, le storie tristissime delle ragazze africane, cambogiane, thailandesi, filippine, brasiliane vendute dalle loro famiglie per pochi soldi a trafficanti senza scrupoli e le ragazze dell'Est e nigeriane, costrette a prostituirsi sulle nostre strade. Tutte le religioni si sono poste una sfida storica, ambiziosa, quella di sradicare le schiavitù moderna, definita da Francesco “delitto aberrante” un “crimine dell'umanità”, entro il 2020. Alla firma, tra gli altri, c'erano il Patriarca ortodosso ecumenico Bartolomeo I, l'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, i rabbini Abraham Skorka e David Rosen, autorità islamiche e l'indiana Amma. Nessuno dunque deve sentirsi escluso dell'impegno che dovrà ispirare l'azione spirituale e pratica di tutte le confessioni in ogni Paese del mondo.
E risale a poche ore prima il rientro del Papa dal viaggio apostolico in Turchia, ricordato all'udienza del mercoledì anche per l'incontro con i profughi di Siria, assimilati ai cani randagi presenti su piazza San Pietro con alcuni “Amici degli animali” per la loro condizione di fuggiaschi alla mercè di tutti. Una visita da “pellegrino e non da turista”, per festeggiare con Bartolomeo il patrono Sant'Andrea, in cui ha pregato anche in Moschea con il Muftì e si è fatto benedire a capo chino dal Patriarca, riepilogata da Papa Francesco sotto l'incalzare dei giornalisti in aereo, durante il rientro in Italia. Parlando di dialogo interreligioso, di islamofobia e cristianofobia, temi discussi con il presidente Erdogan, ha definito il Corano un “libro profetico di pace” e ha parlato degli atti terroristici in Medio Oriente e in Africa, tali da suscitare orrore e reazione in tutti, compresi gli islamici, che si difendono dicendo: “Questo non è islam”. “Questo non siamo noi”. Per combattere i gruppi fondamentalisti, presenti in tutte le religioni, Bergoglio ha rivolto un appello alle autorità religiose e all'intellighenzia islamica: “Sarebbe bello – ha dichiarato – che tutti i leader islamici, siano leader politici, leader religiosi o leader accademici, parlino chiaramente e condannino questi atti, perché questo aiuterà la maggioranza del popolo islamico a dire no”. E come contrappeso alla “Cristianofobia”, Papa Francesco ha citato i due strumenti di persecuzione seguiti, quello terroristico, cruento, delle uccisioni e della persecuzione e quello, altrettanto condannabile, effettuato con i “guanti bianchi”, smembrando le famiglie e le coppie, costringendo ad abiurare alla propria fede. Ed infine ha esaltato, come la conversazione “più bella”, il dialogo interreligioso con il presidente e la sua equipe degli Affari religiosi turchi, conclusasi con una dichiarazione carica di speranza: “Dobbiamo fare un salto di qualità, dobbiamo fare il dialogo tra persone religiose di diverse appartenenze”, perché in tal modo tra un uomo e una donna non si parla solo di teologia, ma di esperienza religiosa”. “E questo – ha aggiunto – sarebbe un passo avanti bellissimo, bellissimo”. Un altro passo su cui riflettere nel cammino verso Betlemme.
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