Per noi francescani di Terra Santa questo è un anno davvero speciale, perché ricorre l’ottavo centenario della nostra presenza in questi luoghi santi. La Chiesa stessa ci ha affidato il mandato di custodirli, di prenderci cura della comunità locale e di essere ponti di pace.
Quest’anno, avremo la grazia di celebrare la Pasqua nell’Edicola del Santo Sepolcro interamente restaurata, grazie alla collaborazione con i fratelli della Chiesa Greco Ortodossa e di quella Armeno Ortodossa. Desidero perciò attirare la vostra attenzione sul valore e sul significato di questo luogo, che è in assoluto il più importante per tutti i cristiani del mondo ed è il luogo chiave per interpretare la nostra vita e la nostra storia.
Il Sepolcro è anzitutto il luogo dove il Signore Gesù ha condiviso la nostra esistenza fino in fondo, entrando nel mistero della morte, che sembra contraddire il senso stesso della nostra esistenza. Avvolto nel lenzuolo dopo essere stato unto di oli profumati Gesù è stato deposto nel sepolcro scavato nella roccia, come un seme deposto nella profondità della terra. Il luogo fisico che conserva la memoria della Sua sepoltura ci testimonia che l’incarnazione del Figlio di Dio è talmente reale, talmente completa, talmente piena, da arrivare fino all’esperienza della morte, che è l’esperienza finale di ogni esistenza umana.
Ma il santo Sepolcro è soprattutto il luogo dove la morte è stata vinta. Quando Maria Maddalena viene in questo luogo il mattino di Pasqua trova una tomba vuota. Lo stesso accade a Pietro e Giovanni quando giungono qui di corsa e col fiato in gola. Per noi questo luogo è importante proprio perché da quel mattino della prima Pasqua è diventato un segno e ci testimonia, in modo fisico, che la morte è vinta. Il sepolcro vuoto è il testimone silenzioso ed eloquente di questo evento. Il sepolcro vuoto è il luogo dove anche fisicamente è iniziato un mondo nuovo nell’istante di luce in cui Gesù è risorto.
Proprio perché questo è il luogo della risurrezione del Signore Gesù è anche alla base della nostra fede e della nostra speranza. Noi vorremmo vedere già da ora il pieno rinnovamento del mondo, vorremmo vedere questa terra e la sua umanità finalmente in pace; vorremmo poter fare esperienza di una umanità senza confini e di una fraternità universale. E invece tocchiamo con mano che ancora esistono muri e barriere, mani armate e cuori pieni di odio, predicatori di violenza anziché di pace.
L’esperienza del sepolcro vuoto ci insegna però che dobbiamo saper guardare ai segni che il Signore ci offre e intuire dentro questi segni la potenza della Sua risurrezione. E allora penso ai tanti bambini, di tutte le religioni, che a partire da Aleppo, in questi mesi, hanno accolto l’invito a pregare per la pace; penso ai ragazzi delle nostre scuole di Terra Santa, che sono cristiani e musulmani e crescono insieme e imparano a conoscersi, a rispettarsi, a stringere amicizia, a essere il germoglio di un futuro diverso; penso alle iniziative di dialogo, condivisione e impegno sociale che coinvolgono insieme ebrei, cristiani e musulmani, che sono un seme piccolo, ma reale, di una possibilità diversa di entrare in relazione gli uni con gli altri; penso al dialogo ecumenico che qui in Terra Santa, in questi anni, è diventato sempre più cordiale e fraterno, tanto nei responsabili delle diverse Chiese come nei fedeli.
Per vedere già in atto la potenza della risurrezione non basta vedere la tomba vuota, ma occorre guardarla con fede, occorre guardare con fede i piccoli germogli di speranza che il Signore ci fa intravedere anche qui, in questa sua Terra Santa, e in ogni parte del mondo, senza temere di essere considerati ingenui.
Auguro perciò ad ognuna e ad ognuno di voi di poter fare, in occasione della Pasqua, l’esperienza della Maddalena, l’esperienza di Pietro e di Giovanni, l’esperienza di vedere dei segni, magari piccoli, che vi permettano di credere che Gesù è risorto ed è il Signore e sta conducendo la nostra storia e la nostra umanità – nonostante le apparenze contrarie – verso la pienezza della vita in Lui.
Fra' Francesco Patton,*
*custode di Terra Santa
Lascia una recensione