Mentre si pensa alla futura gestione del castello-giardino che sovrasta la borgata, si attendono i finanziamenti per l'ultimo lotto dei lavori, iniziati cinque anni fa. La storia “infinita” dei Ciucioi…
Il coordinamento del progetto – degli aspetti architettonici-paesaggistici-urbanistici e artistici – era stato curato dagli architetti trentini Loredana Ponticelli e Cesare Micheletti insieme a tutto il loro staff tecnico, con il Servizio Ripristino e Valorizzazione Ambientale della Provincia, il coordinamento tecnico dell'UTC di Lavis e i collaboratori dello Studio A2 di Trento.
Cinque i lotti dei lavori che si sono quindi susseguiti negli anni passati con il primo intervento di protezione con reti paramassi (300 mila euro) e altri quattro appaltati per una spesa di 1,2 milioni. Ci sarebbe ora l'intervento finale per il quale occorrono complessivamente un altro milione e 650 mila euro: si tratta dei restauri finali dell'intero giardino, la realizzazione di una astanteria d'ingresso per il pubblico, impianti di illuminazione su tutti i camminamenti compresa l'illuminazione notturna fissa, il blocco dei servizi tecnici e logistici generali con una piccola aula didattica e libreria per i visitatori della struttura.
L'intervento comprende anche l'ultimazione di tutte le opere in verde, con piantumazioni esotiche, felci, azalee, gardenie e anche agrumi ornamentali, compresi alcuni alberi di banane da custodire nelle apposite serre. Sull'ultimo lotto è sopravvenuto però lo stop della Provincia e non è ancora quindi stato concesso il contributo finale.
In Municipio si parla già anche di gestione futura dell'intera struttura abbarbicata sulle pendici del Doss Paion. Quando i lavori saranno definitivamente conclusi si dovrà decidere cosa fare dei “Ciucioi”; ovvero, se rimarrà una “bella statuina” come nel passato, oppure se dovrà essere aperto regolarmente al pubblico e all'attività artistico-culturale prevista al suo interno. Si parla della creazione di una apposita cooperativa per la gestione, quindi anche per programmazioni e realizzazioni di iniziative; nell'aria anche un accordo ventilato e proposto persino con la Fondazione Mach di San Michele, specialista in materia.
Oltre al giardino romantico e il suo sovrastante castello incastonato nella roccia, ci sono ben tre torri collegate da un caratteristico porticato a grandi archi, il tutto realizzato con pietre faccia a vista, trasportate anche dal vicino torrente Avisio. La costruzione è sempre stata definita dai tecnici e dagli storici un misto tra il gotico e l'orientale, con numerosi frontoni, pinnacoli di forma strana, porte e finestre di varie fogge e un bel balcone – tipo belvedere – sorretto da colonne più o meno originali e artistiche. Tutt'intorno altri edifici, costruzioni minori e anche ampie serre rivolte al sole, un loggiato con archi, torri e relativi merli, il tutto sormontato da strani rosoni in calcestruzzo; e poi camminamenti con scalette interne e pertugi vari che ricreano un ambiente leggendario e surreale.
Insomma, non rimane che attendere la conclusione dei lavori, l'arrivo dei contributi per l'ultima trance e anche le decisioni dal Municipio lavisano. E a tutti, intanto, non rimane che sognare, la storia dei Ciucioi e quella del suo costruttore-ideatore Tommaso Bortolotti, nato a Lavis nel 1796, proprio il giorno che Napoleone lasciava il territorio lavisano, insalutato ospite.
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