Buoni numeri per il maniero che è stato aperto ad agosto dopo la conclusione dei primi lavori di restauro. Intanto, si pensa già al futuro
Circa 4.500 visitatori, dall'apertura, avvenuta il 3 agosto, ad oggi. Sono questi i numeri di castel Caldes, il maniero della bassa val di Sole aperto parzialmente quest'estate, con la mostra “I miei alberi” dell'artista locale Paolo Vallorz.
“Ospitando la mostra di Vallorz, abbiamo aperto una parte della struttura, ovvero il piano terra e parte del primo piano”, spiega il sindaco di Caldes, Antonio Maini. I numeri di questo primo mese di apertura sono lusinghieri e ora il primo cittadino invita “tutte le scuole del Trentino a visitare la mostra”.
Molto c'è ancora da fare per il futuro. La mostra di Vallorz resterà aperta fino al 19 ottobre (da martedì a domenica in orario 10-18), poi il castello chiuderà per permettere il proseguo dei lavori, con nuove sorprese per il prossimo anno. “La parte strutturale – pavimenti, infissi, impianti – è terminata”, ricorda il sindaco. “Ancora da effettuare, invece, il restauro degli affreschi interni ed esterni che saranno sistemati a stralci. Quelli del primo piano inizieranno a breve, già entro il 2014”. Se tutto andrà bene si potrà arricchire ulteriormente l'offerta del castello con i primi affreschi restaurati ggià per l'estate 2015; si tratta più che altro di decorazioni ed è prevista una fase di studio anche per capire cosa può nascondersi sotto i vari strati di intonaco e colore.
Il castello inoltre, spiega ancora il sindaco, si trova in una fase di passaggio dalla Provincia al Buonconsiglio e farà parte della Rete dei castelli trentini. “Noi riteniamo che castel Caldes sia della val di Sole; entrando nella Rete arricchirà l'offerta culturale trentina e costituirà un'attrattiva turistica” commenta il sindaco che anticipa come si stiano “studiando anche possibili pacchetti culturali, con l'Apt, che comprendano il castello di Caldes, quello di San Michele di Ossana e il Molino Ruatti”.
Intanto, da poco anche il castello ha una sua pagina su Facebook, per restare sempre aggiornati e scoprire anche qualche curiosità, come con un affresco particolare da vedere in Rete: due cuori intrecciati nella prigione di Olinda, in attesa di poterli ammirare dal vivo. “C'è grande interesse per la storia di Olinda”, dice a questo proposito il sindaco Maini. Con l'anno prossimo, continua Maini, “mi auguro perciò si possa metter mano anche alla stanza-prigione”, dove Olinda piangeva pensando al suo amore impossibile con il menestrello Arunte. La leggenda ha basi reali, datate 1661: Olinda era Marianna Elisabetta Thun, innamorata di un borghese di Cles, Giovanni Alfonso Bertoldi, un amore per cui lei fu imprigionata, morendo sola e l'amato, qualche tempo più tardi, ucciso.
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