Mila Pavićević con le illustrazioni di Daniela Iride Murgia – traduzione di Elisa Copetti, La bambina di ghiaccio e altre fiabe, Camelozampa, 2019, pp. 72, € 12,90
Età di lettura: da 10 a 99 anni
La parola fiaba evoca mondi lontani, magie e incantesimi. Nelle fiabe reale e irreale si fondono e chi legge viene trasportato in un universo altro, in cui tutto può accadere. Tutto succede e molto altro in “La bambina di ghiaccio e altre fiabe” (Camelozampa). Vincitore del Premio dell’Unione Europea per la letteratura 2009, questo libro è uno di quelli che meritano più di una lettura. Avidamente, al primo passaggio, si legge in fretta per capire come le tredici storie che contiene vanno a finire. Poi si deve tornare su ogni pagina per assaporare la bellezza delle parole, la musicalità delle frasi, e, non ultimo, l’originale gioco di personaggi e situazioni. Sì, perché, queste non sono fiabe tradizionali (anche se qualche elemento lo potrebbe far pensare), ma non sono neanche fiabe moderne. Sono una sorta di miscuglio di entrambe e il risultato è inedito e di grande fantasia. Non sono fiabe per bambini piccoli. Non sono neanche fiabe facili per i ragazzini più grandi: nella loro difficoltà, però, sta la loro forza che si nasconde nell’intersecarsi di reale e soprannaturale, di antico e contemporaneo, di tradizionale e di inedito. Un intreccio che porta lontano il pensiero e, solo in un secondo momento, lo fa fermare per trovare un senso.
Protagonisti di queste storie sono, per esempio, un nano innamorato e geloso della papera d’oro che custodisce e di cui diventa prigioniero, la sirena Veglia trasformata per magia nell’unica ragazza abitante la Città Paludosa, il Clown Bianco, il cui naso, alla sua morte, si trasforma in una stella, una dama senza cuore, una vecchia Biancaneve e la bambina di ghiaccio di cui, purtroppo, si innamora un giovane principe buono. Personaggi che vivono nelle poche pagine di ogni storia, ma che al lettore sembra di conoscere da sempre e, allo stesso tempo, di voler conoscere ancora meglio.
Tra testo e lettore si instaura un continuo gioco di “dentro e fuori”, di “dico e non dico”, di “è così e sarà vero?”: un’eterna ricerca di conferme. Sono fiabe brevi, ma molto intense con un finale aperto: spetta a ognuno pensare a ciò che potrebbe accadere dopo.
Le illustrazioni, che introducono e accompagnano queste narrazioni, impreziosiscono il libro con altri inaspettati collegamenti tra irreale e concreto. Sono disegni raffinati dal sapore surreale e un po’ retrò che aggiungono, come metafore interpretative, meraviglia alla meraviglia.
Un libro da leggere e da farsi leggere perché, come accade con tutte le fiabe, anche queste è bello ascoltarle per assaporarne l’intera armonia.
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