Orto-giardino

ORTO-GIARDINO. Una novità interessante di oggi che va sostenuta e diffusa è la trasformazione dell’orto tradizionale in orto-giardino. Gli ortaggi ed i fiori, infatti, insieme a qualche pianta da frutto (mele, pesche, susine, ecc.) possono costituire un originale motivo decorativo.

Quanti dei non più giovani ricordano, magari con una certa nostalgia, l’orto contadino di una volta, che quando vi si entrava attraverso una quasi sempre sgangherata porticina, faceva vedere subito la presenza ai lati di piante rustiche quali crisantemi (da portare sule tombe nel giorno dei morti), di garofani e di zinnie, di astri e gladioli, cioè di piante “da mazzeria”, da porre in vaso al centro della tavola del salotto, ma anche gigli precoci di S. Antonio o di San Luigi (Lilium candidum), noto per il fiore bianco, puro e profumatissimo portato a maggio nella chiesa di paese o nelle sperdute chiesette di montagna. In un angolo non mancavano le classiche piante aromatiche (salvia e di rosmarino), vicino a quella da fiore del lillà. Il tutto immerso, magari alla rinfusa, tra le orticole più coltivate ( lattughe e indivie, prezzemolo e porri, pomodori e cetrioli, cavoli e fagioli).

FIORI DI MONTAGNA PROTETTI. Non è proprio una notizia di orto questa di seguito dirà qualcuno, ma sicuramente…di fiori!.

Non solo per i turisti ed i vacanzieri siamo a ricordare che nei boschi e sui monti del Trentino è severamente vietata la raccolta di alcune specie di fiori e piante. Lo prevede la L.P. 17 del luglio 1973. In particolare sono interessate specie come stella alpina, tasso, pungitopo, agrifoglio, anemone, giglio rosso, giglio martagone.

Per tutte le specie non elencate dalla legge e ben illustrate nei cartelli apposti nelle varie aree all’inizio dei sentieri attrezzati, si possono raccogliere massimo 5 steli a persona. Di tutte le piante protette è severamente vietata la raccolta anche di radici, rizomi e stoloni.

Al di là della legge siamo convinti assertori del fatto che in tutti i frequentatori della montagna deve prevalere sempre il rispetto totale della natura e delle intrinseche sue bellezze.

CIMICE DEL NOCCIOLO. Anche nel corso di quest’anno negli appezzamenti coltivati o su piante isolate o coltivate come delimitazione della proprietà o di aree verdi e giardini si lamentano casi, talora accentuati di cimiciato dei frutti.

Le nocciole colpite nella fase di formazione e ingrossamento (luglio) presentano il picciolo completamente secco, mentre alcuni frutti diventano di colore marrone nel punto di attacco per poi interessare l’intero frutto che viene svuotato.

Il danno è causato dalla puntura della cimice nocciolaia. Gli adulti, lunghi 10-14 mm. sono di colore scuro e passano l’inverno in vari ricoveri naturali. Nei mesi di giugno-luglio si portano sui noccioli e affondano gli stiletti dell’apparato boccale nel frutto in fase di formazione o a livello del picciolo.

Gli adulti si possono raccogliere adesso stendendo un telo bianco sotto le piante e scuotendole vigorosamente. Per la prossima stagione è bene pensare nei noccio letti da frutto alla esecuzione di un trattamento specifico con insetticidi a basso impatto (piretrine naturali o sintetiche) avendo cura di bagnare bene la vegetazione.

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