Sulle strade del Senegal e del Libano

Due racconti sull’esperienza migratoria in due diversi angoli del mondo

Sono programmati sugli schermi della provincia questa settimana due film interessanti che incrociano diversi aspetti dell’esperienza migratoria.

In “Il viaggio di Yao” si racconta la storia di Seydou che è ormai un attore famoso in Francia dove vive. Delle sue origini africane sa poco. E’ ricco e famoso. Come un bianco. Quando ritorna in Senegal per la promozione di un suo libro incontra per caso un ragazzino, Yao, che lo insegue come un mito. Yao decide di marinare scuola per incontrare il suo idolo e farsi autografare una copia del libro, rosicchiata da una capra. Il ragazzino sembra andare verso il suo futuro, l’uomo di successo, in un cammino a ritroso, verso il suo passato, le sue radici esistenziali, è questo il filo conduttore de “Il viaggio di Yao”. Il resto sono percorsi accidentati, il caos del traffico di Dakar, alberi inverosimili, gente scherzosa, la scoperta dell’oceano per Yao, un mondo adulto che stenta a riconoscere. “Il viaggio di Yao” è un apologo, racconta in modo leggero cose profonde: l’esigenza dell’identità culturale, una povertà che conserva la dignità delle persone. L’Africa è una continua scoperta, anche per chi vi è nato e poi si è allontanato. Un film che fa riflettere.

La seconda opera a tema migratorio è “ CafarnaoCaos e miracoli” di Nadine Labaki, una storia di bambini e adolescenti della regista libanese Nadine Labaki.

Un dodicenne, Zain, davanti ad un giudice è condannato per aver accoltellato un uomo, ma è lui che chiede di condannare i genitori per avergli dato la vita. E davanti a noi, che osserviamo, scorrono le immagini della sua storia, la storia di Zain, e dei suoi genitori, profughi siriani costretti all’esilio. Il film mette in evidenza una condizione dell’infanzia diffusa, dove l’infanzia è negata.

Nadine Labaki ci mostra pure le vicissitudini di Rahil e della piccola Yonas e qui la innocente profuga è etiope, senza documenti, quindi senza identità. Sono storie tristi, ma vere, quelle raccontate dalla regista che mostra simpatia per le sue “creature”, è un narrare empatico, il suo, la macchina da presa le segue quasi accompagnandone il destino e suggerendo al contempo un esito migliore. Come avere ottenuto la cittadinanza, premessa indispensabile per avere più diritti. Ha un lieto fine il racconto della Labaki. Ma mostra una realtà che rimane difficile e desolata per tanti minori costretti anzitempo a diventare adulti, come in quelle strade polverose di Beirut.

Locandina1

Titolo: Il viaggio di Yao

Regista: Philippe Godeau.

Interpreti: Omar Sy, Lionel Louis Basse, Fatoumata Diawara, Germaine Acogny, Alibeta. 

Genere: Commedia 

Produzione;  Francia, 2018,

Durata 103 minuti film 

Locandina2

Titolo: Cafarnao – Caos e miracoli

Regista: Nadine Labaki

Genere Drammatico – Libano, USA, 2018, 

Durata 120 minuti

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