PRIMIZIE DI PRIMAVERA. I ravanelli nell’immaginario sono ortaggi dal grande fascino per via della loro forma e colore. Classici sono quelli tondi rossi e quelli bianchi a candela. Ma il mercato oggi mette a disposizione degli amanti sementi che danno luogo a ravanelli dai vari colori: viola, gialli, arancioni. I ravanelli hanno un pregio che non hanno altri ortaggi precoci: crescono rapidamente, danno raccolti abbondanti e sono precoci per cui diventano le vere e proprie primizie di primavera. Molti non sono a conoscenza che la parte che si mangia non è la radice, ma solamente un organo parzialmente sotterraneo che deriva dallo sviluppo del cosiddetto ipocotile, la porzione cioè che separa il colletto, dove si inseriscono le foglie, dalla radice vera e propria, sottile e lunga. Oltre che nell’orto si possono coltivare sul balcone avendo l’accortezza di seminare varietà a radice tonda e sviluppo contenuto, vasi profondi almeno 15 cm., ben drenati e ripieni di terriccio molto fertile. Il ciclo vegetativo dei ravanelli varia da 35 (precoci) a 60 giorni (tardivi).
ATTENZIONE AGLI UCCELLI. Negli orti di piano o in zone riparate sono ora in fase di emergenza cipolle, aglio e scalogno e stanno oramai finendo il ciclo le cicorie verdi a grumolo seminate in autunno. Chi invece ha provveduto alla semina dei piselli che hanno poi aiutato a distendersi sulle frasche ad inizio fioritura, deve fare attenzione alla particolare voracità che nutrono i volatili, passeri per primi, dei teneri germogli. Per evitare il prevedibile scempio il nostro consiglio è quello di proteggere le file di piselli con del tessuto non tessuto o della semplice ramaglia o frascame. Per lo stesso motivo non scordare di proteggere le aiuole delle recenti semine. Su queste si concentrano soprattutto i merli.
QUALE ACQUA PER ANNAFFIARE? L’acqua è vita. Per gli uomini e per le piante. Nell’orto è un elemento che non deve mai mancare perché la siccità si fa sentire pesantemente su sviluppo e produzione. Lo stesso avviene per i fiori in vaso e le ornamentali in giardino. L’acqua migliore per irrigare è quella piovana, che è bene utilizzare in maniera regolare, ma con parsimonia stante che essa costituisce un bene universale e sotto osservazione per via del costante calo di disponibilità accentuata dai cambiamenti climatici. In ogni caso si consiglia sempre di farne scorta depositandola in contenitori appositamente predisposti che raccolgono l’acqua dai pluviali delle grondaie quando piove. Quando si usa l’acqua dell’acquedotto (e sono i più a farlo),normalmente ricca di cloro e di calcare, considerando che questi elementi sono nocivi perché si accumulano nel terreno alterandone il pH e si depositano sulle foglie e riducono la traspirazione la funzione clorofilliana, va fatta prima di usarla, decantare. Per eliminarli o ridurli lasciarla anche riposare almeno 24-48 ore aggiungendovi un cucchiaio di aceto per ogni 10 litri. L’aceto neutralizza in parte l’azione alcalinizzante del calcare eventualmente contenuto.
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