Da mesi sono stati avviati i contatti tra i comuni della conca del Tesino
Il vicesindaco di Castello Tesino Lucio Muraro ne è convinto. “Il progetto di fusione, oggi come oggi, è l’unica strada percorribile per poter continuare a dare servizi di qualità ai cittadini. I tempi sono maturi ed il percorso oramai è irreversibile. Come amministratori dobbiamo riuscire a governare questi processi anziché subirli o vederli calati dall’alto”.
Da mesi sono stati avviati i contatti tra i comuni di Castello, Cinte e Pieve per dare vita all’unico comune del Tesino che potrebbe nascere già il 1° gennaio del 2016. L’obiettivo è quello di riuscire a far approvare, entro l’estate, dai tre consigli comunali la richiesta di fusione da presentare in Regione per indire il referendum. “Personalmente credo che, se tutto va bene, entro il mese di gennaio o, al massimo, febbraio del 2015 potremmo portare i cittadini alle urne”, sottolinea Muraro. “E chiedere loro se sono favorevoli o contrari al progetto”.
Sarà una vera e propria corsa contro il tempo perché a maggio ci sono le elezioni per il rinnovo dei consigli comunali. Nel resto del Trentino, in Tesino forse no. “Proprio così. Se la Regione indirà il referendum e, se come spero, il risultato sarà favorevole la legge in vigore permette di prorogare ancora per un anno la legislatura nei comuni interessati dal percorso di fusione”, prosegue Muraro. In questo caso Castello, Cinte e Pieve Tesino non andrebbero a votare a maggio; sindaco, giunta e consiglio resterebbero in carica per tutto il 2015.
In valle le resistenze non mancano. In minima parte tra gli stessi amministratori con la gente che si chiede cosa cambierà nella vita di tutti i giorni. Diritti di uso civico, corpi dei Vigili del Fuoco, diritti di caccia e realtà associative varie non subiranno alcuna modifica. Ogni comunità potrà mantenere la propria identità, la propria storia, le proprie radici e i propri costumi.
E la rappresentanza amministrativa di ogni Comune all’interno del nuovo Consiglio sarà garantita per legge: sarà facoltà dei tre Comuni infatti inserire nella legge una norma specifica che prevede in via transitoria (e nel primo mandato), la possibilità di garantire nel nuovo consiglio comunale almeno un componente per ogni singolo Comune.
Ci saranno novità per quanto riguarda i servizi. Più qualità per i cittadini e una maggiore allocazione delle risorse grazie alle economie di scala come la riduzione delle spese per la macchina amministrativa e i tagli delle spese ordinarie. Ci saranno dei punti di presidio e sportelli sul territorio. Non si dovranno rifare carte d’identità e passaporto: resteranno validi fino alla naturale scadenza e gli uffici comunali provvederanno all’aggiornamento di tutti i dati necessari per i rapporti con gli altri enti pubblici: INPS, Azienda sanitaria, Agenzia delle entrate.
“Come amministratori siamo sempre più siamo convinti che scelte come questa siano necessarie per poter continuare a garantire la sopravvivenza a piccole realtà di montagna come la nostra”, conclude Lucio Muraro. “Dobbiamo far si però che questa sia una scelta che parte dal basso prima che siano gli organi provinciali a forzare le piccole realtà come la nostra a procedere verso l’unione. E per fare questo è indispensabile oggi ideare e progettare questo processo in base alla nostre volontà e ai nostri bisogni”.
Lascia una recensione