Volontariato e accoglienza

Arriva l'estate e gli “Amici della Chiesa di Santo Stefano” si mettono all'opera per assicurare il libero accesso all'edificio sacro ai visitatori

Sono tanti ormai gli anni di servizio da parte degli “Amici della Chiesa di Santo Stefano” a Carisolo, splendido sito religioso, documentato già nel 1200, posto all’imboccatura della Val di Genova. Tanti e proficui. Si è incominciato ancora a metà degli Anni ’80 con don Grazioso Bonenti, l’allora parroco, che iniziò a valorizzare la chiesa cimiteriale con l’avvio delle opere di restauro e con l’apertura estiva da parte di due studentesse del luogo.

Successivamente, negli anni ’90, don Vito Maganzini, innamorato di questo scrigno d’arte, storia e spiritualità, continuò a prendersi cura della chiesa, dando nuovo impulso ai lavori di restauro degli affreschi e degli arredi lignei. Sua l’iniziativa di coinvolgere, nel ‘94 il nascente “Movimento anziani e pensionati” nell’apertura estiva della chiesa di Santo Stefano ai visitatori. Il Gruppo è andato via via negli anni rinnovandosi, annoverando al suo interno oltre a una ventina di persone di Carisolo, di altri paesi e perfino qualche turista.

È così che da allora, in collaborazione con la parrocchia e la locale Pro Loco, i volontari si alternano ogni giorno in estate e nel periodo natalizio per assicurare il libero accesso alla chiesa da parte di ogni possibile visitatore: “Persone che offrono il proprio servizio gratuitamente per amore di questa chiesa e che da qualche anno cercano anche di fare una formazione ad hoc” , afferma la responsabile Graziella Trenti. Questo si fa, ribadisce Graziella, sia ricercando aiuto tra gli esperti arte sacra, come don Vincenzo Biagini, sia andando direttamente a visitare altri siti ed edifici sacri del Trentino e delle vicine provincie.

Ultimamente poi alcuni membri del gruppo hanno anche partecipato al corso di storia locale, sacra e dell’arte organizzato dal Consorzio Turistico Giudicarie Centrali in collaborazione con l’associazione diocesana “Anastasia”, ottenendo il patentino diploma di “accompagnatore ai Beni Culturali Ecclesiastici”.

“Dall’inizio di questa avventura abbiamo sempre affermato che la cosa più importante era saper 'accogliere' i visitatori, curandosi solo in seconda battuta di dare notizie largamente particolareggiate, di informare e offrire, ognuno a proprio modo, le 'cose belle' che questo luogo, così suggestivo e ricco di storia, arte e spiritualità, offre”, conclude Graziella Trenti. “La cosa bella che abbiamo notato in questi anni di servizio è che un po’ alla volta la nostra comunità si è riappropriata in maniera profonda di questo suo gioiello artistico-religioso. E questo per noi è un valore”.

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