Un’immagine così la ricordano in pochi. Forse coloro i quali sono saliti ai piani alti della Civica casa di Riposo di via S. Giovanni Bosco a Trento. Ma sono passati troppi anni per ricordare com’era l’area dell’Istituto che per quasi un secolo ospitò i ragazzi sordomuti. Era il 1976. Il grande edificio, voluto dal vescovo Nepomuceno de Tschiderer (1835-1860) nel 1842 per educare i sordomuti della parte italiana della diocesi (egli stesso era balbuziente), fu abbattuto nel 1978 dopo che l’imprenditore bolzanino, Pietro Tosolini, lo aveva acquistato per ricavarvi un’area di seimila metri quadrati e fabbricare abitazioni e negozi. Furono presentati i progetti, fu compiuto lo scavo. Si mise di mezzo la politica, vi furono interrogazioni, ricorsi, controricorsi. Passavano le amministrazioni comunali e provinciali. Su quell’area strategica del centro cittadino non accadeva nulla.
Nel 2016, vale a dire quasi quarant’anni dopo, quei progetti erano ancora nel mondo dei sogni e l’area era da molti anni un grande cratere. La vegetazione fuoriusciva a cielo aperto come da un girone dantesco.
Frattanto il fabbricato sullo sfondo della fotografia è diventato una “residenza sanitaria assistenziale”, casa di riposo per anziani, vi è stato aggiunto un imponente edificio per altri 140 posti letto. Anche l’area ex sordomuti è diventata vecchia senza mai essere giovane.
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