Ci fu una stagione, fra il 1975 e il 1977, quando scomparvero le monete che il gettone (valeva 50 lire) fu usato anche per la spesa al supermercato o per il caffè al bar. In quegli anni fecero la loro comparsa i miniassegni, da 50, 100, 200 lire. Pezzi di carta emessi dalle banche per conto di associazioni di commercianti
L’emissione fu sottoscritta da 32 banche (e pure da numerose Casse Rurali e BCC che si appoggiarono all’ICCREA di Roma), per un totale di 835 tipi diversi di miniassegni, per un ammontare complessivo di 200 miliardi di lire di facciale. Le Casse Rurali, in particolare, fecero stampare dei miniassegni con immagini della valle o del paese di radicamento dell’Istituto.
Al Supermercato ti davano le caramelle come resto. Passata la penuria di moneta e l’euforia dei miniassegni, molti “pezzi di carta” restarono in qualche cassetto o nelle tasche dei collezionisti. Si stima che le banche italiane, per quelle “dimenticanze” guadagnarono cento miliardi delle vecchie lire.
Negli anni 60 non si poteva fare la telesezione con i gettoni. C’era la SIP che dietro la richiesta dell’utente ti metteva in contatto con l’utente.