Duemila metri quadrati di terreno “sociale”, coltivati ad orticole con qualche albero da frutto. Il progetto è partito nel mese di giugno
Un ritorno alla natura e il piacere di godersi l'ambiente circostante dopo averlo coltivato in comune. È partito nel mese di giugno il progetto OrtoLeno, avviato dall'associazione OrtiCorti di Rovereto. Lungo la ciclabile, a borgo Sacco, dopo il ponte delle Zigherane, si notano duemila metri quadrati di terreno, coltivati ad orticole con qualche albero da frutto. Nel tardo pomeriggio, in genere dalle 18 in poi, soci e simpatizzanti si danno da fare in numerose e varie attività.
Non si limitano ad annaffiare e seminare, ma hanno dovuto anzitutto ripristinare dal punto di vista ambientale l'area in questione, poi costruire una casetta in legno per gli attrezzi e pacciamare il terreno, mentre ora stanno realizzando una staccionata in legno. Probabilmente la produzione di frutti e ortaggi entrerà a regime dalla prossima primavera. “Vogliamo diffondere una cultura agricola cittadina, quello che chiamiamo 'agricivismo', recuperando conoscenze e competenze agro-tecniche che per i nostri nonni erano scontante ma non per noi”, spiega Nicola Lott, presidente di OrtiCorti. “Inoltre miriamo a diffondere un'idea di agricoltura sociale”.
Si tratta del primo progetto in “transizione”, nel quale si sperimentano i principi della “permacultura”, nata in Irlanda nel 2005, ovvero far emergere le conoscenze, le capacità e le relazioni già presenti nella nostra comunità per poter affrontare positivamente il futuro che ci attende con i cambiamenti climatici già atto e il calo del petrolio a basso costo. “L'orto non si divide ma si condivide”, aggiunge Lott. È capitato che qualcuno passando di lì abbia chiesto un pezzettino di terra per coltivarlo privatamente. “Abbiamo rifiutato perché la nostra filosofia è coltivare tutti insieme, ognuno con le proprie capacità e conoscenze”.
Il comune di Rovereto ha sostenuto il progetto con convinzione. Il terreno era di proprietà del demanio provinciale, che lo ha dato in concessione al comune, il quale a sua volta lo ha ceduto in sub-concessione ad OrtiCorti. È piacevole e rilassante sedersi sotto il pergolo di uva fraga, lontano dal traffico, mentre i pensieri delle occupazioni quotidiane fuggono al fragore incessante delle limpide acque del Leno. Quello che cresce qui è basato sul concetto di agricoltura sinergica. Non viene usato nessun prodotto derivato dal petrolio o da qualsiasi altra sintesi chimica.
“Tentiamo di attivare tutta una serie di cicli naturali, aumentando e stimolando le biodiversità”, sottolinea Lott. Le piante vengono prese dal vivaio di Mauro e Romana Zaffoni di Pomarolo, che sostengono il progetto di OrtiCorti. Chiunque può dare una mano nell'OrtoLeno, non è necessario essere soci, anche se l'associazione ovviamente mira ad espandersi. Dietro alle orticole è stato affisso un grande telo bianco dove in quattro righe, leggibili dalla ciclabile, vengono sintetizzati gli obiettivi del progetto.
Sono stati inoltre organizzati in primavera, di cui uno in giugno, due corsi sull'agricoltura sinergica di diciassette ore con un agrotecnico di Treviso, Mauro Flora.
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