Democristiano atipico, non poteva che essere “Kessleriano”, espressione cioè di quella pattuglia minoritaria fatta di sognatori e di utopie, i quali hanno dato al Trentino l’Istituto trentino di cultura (con l’Università), i centri di ricerca, il piano urbanistico. Quegli uomini hanno governato l’autonomia coi fatti più che non le parole. Adriano Goio era un democristiano liberale, anzi: libero da schemi e pregiudizi. Governò la città di Trento con i socialisti, con quella pattuglia laica che lo ha assecondato nei suoi sogni.
C’erano gli uni e gli altri, la vecchia guardia della DC e il vecchio PSI, ad affollare le navate del Duomo, sabato 2 aprile per l’ultimo saluto ad Adriano Goio che fu sindaco di una stagione irripetibile. Passò la mano dopo il crollo del muro di Berlino. Da architetto avrebbe voluto costruire ponti. Si occupò del bacino dell’Adige; in seguito, dell’emergenza nel bacino del fiume Aeterno, in Abruzzo.
Restano il suo sorriso sornione, il suo ottimismo, la sua visione di futuro.
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