Disinfestazione

I lettura: Giobbe 7,1-4.6-7;

II lettura: 1Corinzi 9,16-19.22-23;

Vangelo: Marco 1,29-39

“Gesù andava per tutta la Galilea predicando il vangelo e scacciando demòni!” …e dagliela con questi demòni! Qualcuno potrebbe pensare che la vicenda di Gesù è stata una grande opera di disinfestazione, solo che qui invece che di topi o zecche si tratta di demoni… Ma è proprio così infestato di demòni il mondo? E come son fatti? In passato, quando li dipingevano, davano loro dei connotati tra l’orripilante e il bizzarro, ma non di rado apparivano simpatici: neri, cornuti, gli occhi rosso fuoco, la coda… e l’immancabile forca per infilzare tutti quelli che capitavano a tiro…

Io, che non sono pittore, preferisco pensare che il demonio ha diverse forme, diverse maschere, e prende di volta in volta quella che più gli conviene. Una che adotta spesso, per esempio, è senz’altro quella della persona normale, dell’uomo o della donna di buon senso che di fronte a certe situazioni della vita ragiona e reagisce come fan tutti…

“Giobbe parlò e disse: … a me sono toccati mesi d’illusione e notti di affanno mi sono state assegnate… I miei giorni scorrono più veloci di una spola, svaniscono senza un filo di speranza…”. Beh, se uno è disgraziato… è disgraziato, non c’è che dire. Ci sono a questo mondo persone, famiglie, che sembrano aver fatto l’abbonamento alle disgrazie, alle malattie, alle grane… E che c’entra il demonio? C’entra per il fatto che – nella sua astuzia – approfitta proprio delle cose storte per imbrogliare la gente e allontanarla da Dio (se ci riesce).

“Dov’è Dio in questa tragedia che è capitata? Perché Dio lascia soffrire e morire quelle persone, quei giovani, quei bambini? Ma se si dice che è buono… perché non interviene?”. Sembrano ragionamenti di buon senso: quante volte si sentono da parte di gente comune… Appunto: se io fossi pittore darei al demonio le fattezze dell’uomo della strada, dell’uomo o della donna di buon senso che ragiona così. Infatti chi ragiona così è come se predicasse ai quattro venti un dio lontano, un dio insensibile alle miserie umane, un dio al quale non fa né caldo né freddo se la gente soffre oppure sta bene, o addirittura un dio che si diverte e gode a veder soffrire e a far soffrire… Un dio sadico, in altre parole. Per chi ragiona così, Dio è lontano, ostile, menefreghista, nostro nemico alla fin fine. Il demonio in questo caso è riuscito nel suo intento. Infatti, per cos’è che si chiama anche “diavolo”? È una parola che viene dal greco: diabolos – vuol dire “divisore” , “separatore”… Il suo compito, il suo disegno è questo: separare gli uomini da Dio, mettere divisione tra loro e il Signore, indurli a pensare che Dio non è affatto loro amico, padre, salvatore, guida cui affidarsi con assoluta fiducia… no tutt’altro: Dio è lontano, indifferente alle nostre magagne, sordo alle nostre invocazioni d’aiuto… E siccome non sono pochi a pensarla così, e si tratta di persone normali, ecco perché – secondo me – la forma che meglio si addice al demonio è quella della persona di buon senso che pensa e ragiona in questi termini. Una riprova è data dal fatto che la maggioranza gente tira in campo Dio solo quando si tratta di cose storte (malattie, sciagure, disgrazie e quant’altro); lo si tira in campo per dire: “dov’era Dio in quella circostanza? Perché non ha fatto niente per impedire quanto mè accaduto?”. Di rado capita di sentire l’uomo della strada parlare di Dio di fronte alle cose belle, farlo entrare nel bel mezzo delle sue soddisfazioni. Ma allora non trovo affatto strano che il vangelo di questa domenica affermi che Gesù andava in giro a scacciare demoni… Non è mia intenzione demonizzare il mondo, ma è da miopi negare che non ne sia poco o tanto infestato: dai demòni della disperazione, dell’angoscia, del non-senso, dell’egoismo più sfacciato… (perché una volta convinti che Dio è lontano, indifferente, sordo ai nostri richiami, cos’altro fare se non cadere in questi tranelli?).

Dio non è così. Quante volte di fronte a certe opinioni, a certe interviste, a certe affermazioni più o meno diaboliche, mi verrebbe da dire: Dio non è così. E com’è allora Dio?

Dio è quello che Gesù ci ha mostrato, non quello che il demonio (divisore/separatore) vorrebbe far credere. Gesù a Cafarnao perde il suo tempo con poveri derelitti: un indemoniato, la suocera di Pietro a letto febbricitante, malati e indemoniati che gli conducono dai villaggi vicini: un’interminabile passerella di miserie umane! E che fa Dio, Gesù? “Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni…”. Come si può continuare a dire che Dio è lontano, sordo e indifferente alle nostre miserie? Solo il demonio può dirlo e cercare di farlo credere.

Sarà anche vero che non tutte le magagne e le sofferenze trovano quella soluzione che ci si attenderebbe, ma anche in tal caso Dio è comunque lì, solidale e sofferente anche lui con quelli che soffrono. E se c’è anche lui, allora niente è mai definitivamente perduto, nonostante tutte le apparenze contrarie. Dio infatti è con noi, non contro di noi, e ci porge sempre la mano. Ecco la bella notizia, il “vangelo”. Ecco la carica incontenibile che san Paolo si portava nell’intimo e che gli faceva dire (è la seconda lettura di questa domenica): “Io devo annunciare il vangelo, guai a me se non porto questa bella notizia a tutti!”.

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