Di una cosa non c’è stato bisogno di suggerimenti: l’innato, incontenibile impulso di quelle persone che spendono, meglio dire investono, parte del loro tempo in attività volontaristiche sottraendolo agli affetti, alla famiglia, agli hobby e che tradotto significa “bellezza dell’impegno”, variopinto e spontaneo, per il bene comune.
Persino chi la Valle dei Laghi non la frequenta stabilmente avvertirebbe l’influsso energetico sprigionato dal pullulare di associazioni che giorno dopo giorno riempiono, chi più chi meno, pagine vuote di quel libro senza fine intitolato alla collettività. È un terreno fertile e generoso, tra Terlago a Cavedine, che ospita gruppi associativi di ogni ambito, “piccole comunità nella comunità” ove il futuro viene proiettato con tenacia e col giusto ottimismo.
Non si spiegherebbe altrimenti la presenza di tanti volontari negli stand informativi d’attrazione agli sguardi compiaciuti di quanti nel pomeriggio di domenica 18 maggio hanno occupato a destra e a manca gli spazi interni al teatro di Vezzano. Ad eccezione del palcoscenico, calpestato da figure navigate in campo volontaristico e testimoni per mezz’ora di esperienze maturate da chi non teme fatica esente conio.
L’entusiasmo a mille ha prevalso in ognuna delle quarantadue associazioni (su quasi 250 presenti in valle) radunate per la loro festa, quest’anno estesa dai gruppi di stampo sociale a quelli sportivo-dilettantistici. Imprecisato il numero di volontari coinvolti, essendoci anche chi preferisce muoversi in punta di piedi, lontano dai riflettori, donando un contributo al pari di chi è noto al pubblico nell’aiuto ai più deboli, animazione in luoghi aggregativi, tutela ambientale, sport, beneficenza, per infondere colore e calore alla persone.
Ne ha parlato senza retorica l’assessora alle politiche giovanili in valle, Luisa Ceschini: “Il volontariato è un’esperienza di crescita, per noi e per gli altri, attraverso confronto, relazione e collaborazione”, ha spiegato. “Siamo qui oggi per dare linfa al tessuto sociale di questa valle e migliorare il benessere di tutti i suoi abitanti”. Due le parole sbocciate durante la festa, che ha bissato con successo la fortunata edizione dello scorso anno: “fare insieme”.
A conquistare i favori del pubblico la propositività dei volontari. Francesco Giampiccolo suona l’euphonium nella banda sociale di Cavedine e come lui oltre la metà dei componenti che vivono la passione per le sette note sono under 30: “Ognuno di noi cerca di dare il meglio ogni volta per tenere viva l’animazione del paese”, spiega. Ettore Pedrotti, presidente Volley Valle dei Laghi, mette i puntini sulle “i”: “Senza i volontari sarebbe proprio diverso perché ogni associazione vive (e sopravvive) anche per merito loro”.
Vero che senza di loro saremmo tutti infinitamente più poveri. Non di denari, ma di umanità. E invece qualcosa di grande e di positivo c’è e può migliorare, come vorrebbe Katia dell’Associazione Noi Valle dei Laghi nell’affrontare, tra i pochi giovani presenti, argomenti importanti della vita. Qualcosa di vivo, come un formicaio nel bosco all’apparenza inerte ma che al suo interno nasconde un’operosità straordinaria, contagiosa. Dal punto di vista di Elda Tugu, referente della Comunità Murialdo, invece, “noi che lavoriamo nelle associazioni forse sbagliamo modo di comunicare, siamo poco empatici e non riusciamo bene a valorizzare le potenzialità di ciascuno. Dobbiamo aumentare i momenti di incontro, confronto e conoscenza anche tra noi volontari”.
Quindi la collaborazione. Per la dottoressa Mirella Maturo, operatrice del Centro servizi volontariato della Provincia (che tratta una banca dati di 3 mila associazioni trentine), l’accoglienza di nuovi volontari passa per la capacità delle associazioni di ripensarsi: “Per il futuro del volontariato dobbiamo costruire progetti e percorsi comuni in grado di aprirci ai giovani e lasciare loro maggiori spazi di proposta e di azione”.
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