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L’unico dato certo è che ad uccidere Sofia è stata una encefalopatite malarica, una complicanza della malaria. A confermarlo l’autopsia.
La bimba però non presentava alcun sintomo riconducibile alla malattia quando fu dimessa dall’ospedale di Portogruaro.
E proseguono le indagini per capire come sia avvenuto il contagio, forse durante le vacanze in campeggio a Bibione. In ospedale a Trento invece, non sono state rilevati esemplari di zanzara anofele. Non è stato neppure dimostrato che il plasmodio che ha colpito Sofia appartenga al medesimo ceppo delle due bambine del Burkina Faso ricoverate nell’ospedale di Trento negli stessi giorni. Saranno gli esami genomici a stabilirne la compatibilità. Finora le analisi escludono un contagio ematico.
La Procura di Trento ha acquisito tutta la documentazione, cartelle cliniche, i registri infermieristici, gli aghi usati per ricostruire l’iter ospedaliero della piccola.
“Non è detto che il caso si risolva, sarebbe grave ma è possibile” ha ammesso il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Bordon nel tardo pomeriggio di ieri in conferenza stampa.
Intanto la magistratura ha dato il nulla osta per la sepoltura. I funerali potrebbero svolgersi già domani.
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