Compito ancor più importante, fino a poco tempo fa si è occupata della tenuta dei registri parrocchiali. Ogni bambino battezzato, ogni cresima, ogni matrimonio e anche ogni funerale sono stati meticolosamente archiviati dalla signora Giovanna. Generazioni di moriani si sono presentate alla sua scrivania. “Conosco tutte le famiglie”, conferma la segretaria, una donnina minuta ma ancora piena di energie. “Oggi i registri vengono aggiornati dal computer, ma fino a non molto tempo fa li compilavo personalmente a mano”.
Nata nel 1926 nella casa di famiglia in via Salvotti, Giovanna Manzana ha due sorelle e tre fratelli. Tra i suoi parenti ci sono anche dom Mariano, vescovo di Mossorò in Brasile, e suor Agnese, impegnata in Eritrea. A 14 anni l’attuale segretaria della parrocchia è stata assunta come apprendista nella Famiglia cooperativa di Mori Superiore, dove ha lavorato per trentatré anni. “Mi trovavo bene con le colleghe e amavo avere a che fare con la gente. In quegli anni tutti pagavano a fine mese, annotavo gli acquisti su un libretto”, ricorda la novantenne.
Fino al 1989 la signora Giovanna è stata commessa nel punto vendita di Torbole e, dopo mezzo secolo alla cassa dell’alimentari, è andata in pensione. “Mi avevano proposto di lavorare in altri negozi, ma io mi sentivo arrivata, non volevo niente di più”, fa notare. Così è cominciato il suo impegno nel volontariato, dapprima a Villa Argia e Villa Mecca, poi in parrocchia, senza dimenticare il Gruppo missionario e la S. Vincenzo. Le sue “mani d’oro”, inoltre, sono molto apprezzate per il mercatino dell’8 dicembre: la sera, instancabile, ricama e cuce per raccogliere fondi da inviare alle Missioni.
Dal 1989 ad oggi ha collaborato con tre diversi parroci: ha iniziato con don Cosma Tomasini, poi don Tarcisio Guarnieri e ora don Augusto Pagan. “Mi sono trovata benissimo con tutti. Sono persone diverse l’una dall’altra, ma meravigliose”, sottolinea Giovanna Manzana. “Ero molto in pensiero per chi mi avrebbe dovuto sostituire, ma Nadia (Pedrotti, nuova collaboratrice in parrocchia ndr) è bravissima e ora sono tranquilla”, aggiunge.
Nonostante l’età, la segretaria non vuole ancora abbandonare del tutto la sua occupazione. “In canonica mi sento come a casa e voglio rendermi utile finché mi sarà possibile”, conclude.
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