Continua il dibattito sulla mobilità in Valsugana: a Trento si chiedono interventi di messa in sicurezza e tutela da un ulteriore incremento di traffico
Oggi sulla Valsugana i flussi giornalieri passano dai 6 mila veicoli di Borgo ai 12,6 mila di Ospedaletto fino ai 13,5 mila di Carpanè ed i 17,4 mila di Solagna per chi viaggia verso il Veneto. Un flusso decisamente più massiccio per chi sale verso nord: si va dai 20 mila di Novaledo fino ai 33 mila di Pergine ed i 41.266 veicoli nella galleria dei Crozi. Con maggiore intensità tra giugno e settembre a causa dei flussi turistici, e valori minimi a gennaio e dicembre.
In tutto sono 76,7 i chilometri da Campolongo sul Brenta fino a Trento – di cui solo 29,3 a semplice carreggiata – che tra alcuni anni faranno i conti con un drastico aumento del traffico. Come più volte ribadito dal governatore veneto Luca Zaia, “con il completamento della Pedemontana Veneta da Montecchio Maggiore a Spresiano e la Nuova Valsugana veneta da Castelfranco Veneto a Pian dei Zocchi a Cismon del Grappa vi scaricheremo tutto al confine. E poi saranno problemi solo vostri”. Un diktat, quello rimbalzato in Trentino dopo il recente vertice a San Vendemiano, che è servito a “smuovere le acque”. In valle si è formato un gruppo di lavoro che ha attivato un costante pressing nei confronti degli amministratori locali e provinciali. E dopo le elezioni europee è previsto un faccia a faccia pubblico a Borgo tra Zaia e Ugo Rossi, che a più riprese e in diverse sedi ha sempre ribadito il deciso “no” del Trentino al prolungamento della Valdastico, perché “non coerente con un quadro generale della mobilità che punta a trasferire quanto più traffico possibile dalla gomma alla rotaia”.
Il consiglio, intanto, a larghissima maggioranza, ha approvato un ordine del giorno “per trasformare la SS47 della Valsugana in una strada a pedaggio per i mezzi di trasporto merci che la utilizzano come collegamento tra il Veneto e l'asta del Brennero”. Non solo. Verrà redatto anche uno studio di fattibilità per cercare di capire come fare per rendere meno conveniente raggiungere la A22 attraverso la Valsugana che attraverso lo snodo di Verona. E con gli introiti derivanti dal pedaggio finanziare la realizzazione delle opere di manutenzione, aggiornamento e miglioramento della sicurezza sulla Supervalsugana e interventi di carattere ambientale sulla valle, a parziale compensazione dei danni subiti dal traffico.
Entro il 2023, al casello di Bassano est della Pedemontana Veneta, sono stimati 50 mila veicoli al giorno in entrata. Gran parte graviteranno sulla SS47 con un aumento del 42% del transito medio. Dati che preoccupano, tanto che il consiglio provinciale ha impegnato la giunta “a valutare e ricercare, in sede di pianificazione urbanistica e di accordo di programma con il Veneto, tutte le soluzioni volte a tutelare la Valsugana da un ulteriore incremento di traffico”.
Trento chiede a Roma di essere coerente con la proposta del “corridoio 1” e quindi disincentivare scelte di carattere contrastante, come la realizzazione della Supervalsugana in territorio veneto. “È del tutto evidente che il completamento della Valdastico e la Supervalsugana non sono progetti alternativi”, ricorda il senatore Giorgio Tonini. “È una prospettiva che toglie a qualche politico molte illusioni. Il Trentino, dal canto suo, ha già fatto scelte di scenario vasto, con il trasferimento su rotaia delle merci e il riconoscimento di Isola della Scala a Verona come struttura intermodale di livello europea".
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