L'avventura di un gruppo di amici in un “viaggio” di amicizia: “Abbiamo scoperto un itinerario bellissimo”, il loro racconto
E’ un’avventura umana, oltre che sportiva, quella che un gruppo di dodici amici hanno compiuto a fine febbraio seguendo la guida al “Sentiero Frassati del Trentino”, pubblicata dalla SAT e Vita Trentina editrice per accompagnare il percorso di 100 km dedicato al beato piemontese. L’idea i una giornata è venuta ad Alberto, uno di loro, ma la realizzazione è stata una gioiosa impresa di gruppo raccontata ai promotori della Commissione Sentieri della SAT, a Vita Trentina e al sito Trentino Trail Running che quattro di loro curano per diffondere la pratica del trail running anche nelle valli trentine.
“Con questo bellissimo itinerario ho potuto visitare nuovi luoghi dove sicuramente tornerò con la mia famiglia – ci spiega Herbert Lorenzoni – so che il modo da noi utilizzato per compiere questo cammino non sempre viene condiviso, ma per me unire la passione per la corsa e l'amore viscerale per la montagna è stato qualcosa di automatico e naturale che mi permette di immergermi nella pace dei sentieri non solo in occasione di lunghe uscite, ma ogni qualvolta ho anche una sola oretta a disposizione. Sono poi fortunato ad avere un gruppo di compagni che non bada al cronometro e si gode quello che noi usualmente chiamiamo "il viaggio": si parte assieme e si arriva assieme godendo della compagnia di tutti oltre che delle meraviglie che l'ambiente circostante ci regala”.
Uno stile che si manifesta anche nel diario – per nulla da recordman – segnato dalle scoperte e dalle sorprese della natura: i soffici fiocchi di neve scesi nella notte all'arrivo al rifugio San Pietro (prima sosta): “ L'entusiasmo è palpabile – scrive Herbert nel diario – si ride e si scherza mentre ci godiamo lo spettacolare panorama del fondo valle illuminato dalle luci dei paesi”. Via di corsa: “Ho sempre avuto un debole per il suono della neve fresca che “scrocchia” sotto la suola delle scarpe mentre tutto attorno regna il silenzio più assoluto”.
Dopo 30 km è notte fonda quando transitano per il borgo medioevale di
Dea Vervò gli ultimi metri di dislivello risalendo verso l'abitato di Smarano dove inizia una piacevole passeggiata in piano che sovrasta i due laghi di Coredo, fino a piombare sul santuario di San Romedio: “Arriviamo in gruppo, tutti assieme, poco prima delle 17.00. L'emozione è tanta, così come la soddisfazione che stiamo provando. Ci stringiamo la mano e gioiamo per questo traguardo raggiunto assieme, dall'inizio alla fine. La tranquillità che regna in questo luogo, lontano da tutto e da tutti, è difficile da descrivere. Mi ha sempre trasmesso una incredibile pace interiore e per questo motivo ci torno sempre volentieri. Certo che arrivarci in questo modo ha tutto un altro sapore dato dalla consapevolezza di essermi guadagnato questa meravigliosa sensazione un passo alla volta con tanta fatica”.
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