Ed è soprattutto sui giovani, attraverso l’organizzazione di vari corsi ed incontri di formazione, che le due associazioni Apicoltori in Vallagarina e Apicoltori trentini, coinvolte nel progetto, vogliono puntare per creare poi dei piccoli apicoltori sparsi per tutto il territorio. Un po’, come Alberto Aste, un giovanissimo apicoltore, classe ’89, che un mattino di tre anni fa è stato attratto da un piccolo trafiletto sul giornale in cui si pubblicizzava un corso per imparare i primi ingranaggi dell’apicoltura.
Detto fatto, e da lì è nata una passione. “All’inizio non è andata troppo bene, le prime api mi sono morte subito, anche a causa dei pesticidi utilizzati, oggi sempre più nocivi per questi insetti”, spiega il giovane agricoltore che, nel tempo libero, si dedica alle sue api. “Poi da un alveare sono passato a sette e, grazie anche all’associazione Apicoltori in Vallagarina, ho imparato piano, piano a creare le mie arnie, e a produrre il mio primo miele”.
Alberto è tra i più giovani, ma come lui anche altri, tra cui varie donne, si stanno appassionando all’apicoltura, spiega Fausto Zeni, presidente di Apicoltori in Vallagarina. “L’ultimo corso che abbiamo avviato conta 45 iscritti, tra cui 17-18 donne, e 28 persone provenienti dalla Vallagarina”, spiega Zeni. “L’interesse per questi insetti dunque c’è, e attira molti giovani: ecco perché ci piacerebbe aprire un apiario collettivo dove fare formazione e dove tutti, soprattutto coloro che non hanno spazio a disposizione, possano tenere le loro arnie”.
Ma se da una parte alcuni Comuni nel pensare ad un apiario sono andati subito con la mente al problema orso, che ultimamente si aggira nella nostra valle, il presidente Zeni risponde così: “In realtà proprio la costruzione di un apiario potrebbe rappresentare una buona ipotesi di collaborazione tra gli apicoltori ed il servizio foreste e fauna della provincia per realizzare e sviluppare un’area con nuove forme di protezione dai plantigradi”.
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