Nonostante un timido + 1,7% del fatturato complessivo delle imprese, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il primo trimestre del 2015 conferma la stagnazione in Trentino. Così il presidente della Camera di commercio di Trento, Gianni Bort, ha commentato in sintesi i dati dell’indagine trimestrale sulla congiuntura di Trento a cura dell’ufficio studio e ricerche dell’ente camerale.Un elemento preoccupante, a detta del presidente Bort, è il calo dell’occupazione che nel trimestre di riferimento scende dell’1,6%, attestando la disoccupazione in Trentino all’8,1%. “Sicuramente il dato è inferiore alla media nazionale e del Nord – ha osservato Bort – tuttavia circolano meno soldi nelle tasche della gente e i consumi non partono, si crea così un circolo vizioso che paralizza la ripresa, invece si dovrebbe operare una defiscalizzazione del lavoro, accesso al credito e sburocratizzazione per le imprese”. La domanda locale è cresciuta solo dello 0,6% mentre quella nazionale registra un + 4,6% determinata, però, da un gruppo ristretto di imprese di medio-grande dimensione con oltre 50 addetti. L’export va avanti dello 0,7%, ma a un tasso inferiore rispetto ai trimestri precedenti. Crescono dell’8,3% l’artigianato manifatturiero e i servizi. Anche il settore edile segna un + 6,4%, ma “non significativo di ripresa’, secondo Bort. Permane il disagio del settore estrattivo che contrae, nel trimestre, del 3% il fatturato. Tuttavia l’atteggiamento degli imprenditori trentini in prospettiva è moderatamente ottimista. Il saldo tra ottimisti e pessimisti è +2%. I più negativi sulle capacità competitive del tessuto produttivo trentino sono le imprese più piccole con meno di dieci addetti.
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