Forse qualcuno la penserà in chiesa, nel suo campo a coltivare i fiori che fino a poco tempo fa si premurava di portare sugli altari della parrocchiale o accanto alle persone malate, sempre al centro dei suoi pensieri e delle sue visite. Ognuno avrà un ricordo particolare, ma tutti ripenseranno alla vita di questa donna, semplice per molti aspetti eppure straordinaria per la forza, la tenacia e l’altruismo con cui è stata condotta.
Maria aveva trascorso buona parte della sua giovinezza nel lavoro dei campi e a far la guardia alle mucche del padre, stimata persona che dopo la terribile esperienza della Grande Guerra era stato presidente dei coltivatori diretti nonché amministratore della Famiglia Cooperativa. Come molte altre ragazze, poi, aveva lasciato la campagna per andare in fabbrica, dapprima alla Manifattura Tabacchi, dove era stata anche caporeparto con oltre novanta operaie da coordinare e poi in una ditta metalmeccanica. Si era resa protagonista della vita politica della bassa Valle del Chiese come delegata femminile della Democrazia Cristiana ed era stata l’anima dell’Azione Cattolica, nella Gioventù Femminile, dove seguiva un gruppo di oltre cinquanta donne che era riuscita anche a portare a Roma ad incontrare il Santo Padre, Pio XII, oltre che a numerosi altri incontri.
Spinta da un’incrollabile fede e da una profonda spiritualità aveva dedicato tempo ed energie alla parrocchia e alla comunità che ha seguito con discrezione e spirito di servizio. Per molti anni, poi, era stata fiduciaria di Vita Trentina.
Una vita, quella di Maria, spesa con gratuità fra il lavoro e la cura del prossimo, un esempio non solo per i nipoti e i famigliari più vicini ma per l’intera comunità.
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