“Attenti ai segnali lanciati dai ragazzi”

Oscar Setti: “E' importante sensibilizzare anche nei gruppi parrocchiali di adolescenti

Un adolescente che abbandona lo studio, lo port, cambia amicizie, è irritabile e magari passa le giornate a letto: sono tutti campanelli di allarme che possono essere legati al consumo di sostanze stupefacenti. Oscar Setti, presidente dell'associazione Famiglie Progetto Uoomo, con i suoi 35 anni di educatore sulle spalle, conosce molto bene questi “sintomi”. “I nostri giovani – spiega – appartengono alla 'generazione boh': non conoscono il piacere della conquista perché sono abituati ad avere tutto senza sacrificio. Questo è molto pericoloso, anche perché oggi molti comportamenti a rischio vengono accettati: alcuni genitori non si preoccupano troppo se un quindicenne torna a casa ubriaco fradicio”.

L'associazione gestisce un centro di ascolto per i problemi di dipendenza in Corso 3 Novembre a Trento; inoltre, i 35 volontari attivi forniscono appoggio agli operatori e alle famiglie di Casa di Giano e Casa Lamar, gestite dal Centro Trentino Solidarietà (Cts). In Trentino non esistono case per minori: sui trenta posti disponibili nelle due strutture, comunque una decina sono sotto i 30 anni. “Con i ragazzi in età evolutiva gli educatori svolgono anche una funzione genitoriale”, sottolinea Irene Pradi, responsabile terapeutica Cts. “Quando un utente è giovane investiamo ancora di più e siamo disposti a tenerli in comunità per più tempo, se necessario”.

I due esperti concordano sulla pericolosità della miriade di nuove sostanze che creano dipendenza; un mercato che cambia in continuazione, con alcune droghe che non sono nemmeno riconoscibili dai test. “Spesso i ragazzini arrivano da noi che sono già molto avanti nell'uso di sostanze. Le famiglie si mobilitano solo dopo il fermo delle autorità o il ricovero in ospedale”, sottolinea il presidente dell'associazione.

Dai colloqui con gli adolescenti emerge con forza il bisogno di dare un nome alle proprie emozioni, anche perché i figli faticano a interpretare le situazioni complesse dei loro genitori. “Quando in famiglia si scopre una dipendenza l'impatto è destabilizzante”, spiega Setti. “Si cercano le colpe e il conflitto aumenta. Anche se la famiglia può essere tra le cause del consumo di droga, dobbiamo sempre ricordarci che essa è la prima vittima e in quanto tale va supportata e consigliata”. Nel centro di ascolto si prova quindi a consigliare qualche precauzione contro la dipendenza: non dare soldi ai ragazzi, verificare l'andamento scolastico e fornire orari stabiliti per la quotidianità. “Tutte cose scontate, ma le situazioni di ansia fanno perdere il buonsenso”, ammette.

Oscar Setti da anni partecipa a incontri di sensibilizzazione nelle parrocchie con i pre-adolescenti che stanno per ricevere la Cresima. “È la cornice adatta per lavorare sulla prevenzione. Il mio consiglio ai genitori è di non aver paura a farsi aiutare da esterni anche solo per affrontare un insuccesso scolastico”.

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