La Rocca, il vicequestore che amava le icone russe

Una significativa folla di amici, colleghi e conoscenti ha partecipato questa mattina nella chiesa del Santissimo alla liturgia funebre per Salvatore La Rocca, “storico” vicequestore di Trento, scomparso giovedì a 83 anni dopo una malattia affrontata nella fede.  Un “servitore dello Stato” che ha lasciato un segno nella sua attività professionale per cortesia, pacatezza e attenzione alle persone,  ma che ha dedicato poi gli anni della pensione (dal 1998) a promuovere la spiritualità orientale in Diocesi collaborando da vicino con l’Ufficio ecumenico fin dai tempi di don Silvio Franch.

Grazie al talento artistico della moglie Alma Pedron, già viceprefetto presso il Commissariato di Trento, aveva conosciuto la Scuola di iconografia trentina fondata da padre Nilo Cadonna e si era dedicato a sostenerne l’attività, continuando poi a collaborare con “Gli Amici di padre Nilo”. Sempre presente in tanti incontri e veglie ecumeniche, La Rocca sapeva promuovere relazioni di amicizia fraterna, coerente anche con quello stile di umanità che aveva dimostrato anche nei drammi della cronaca cittadina come l’uccisione del maresciallo Francesco Massarelli, nel settembre 1977, durante la rapida alla  Banca Nazionale del Lavoro di via San Pietro a Trento.

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