Presentata a Trento venerdì scorso la nuova Fondazione Megalizzi. L’Arcivescovo: “Sapeva abitare le parole con la vita e le convinzioni forti

Hanno scelto opportunamente Sala Depero, simbolo dell’appartenenza alla comunità trentina, per ambientare il lancio della Fondazione a ricordo di Antonio Megalizzi, a sei mesi dalla sua scomparsa a Strasburgo, dov’era impegnato nel suo servizio all’Europa. Sono stati i suoi familiari – la mamma Annamaria, il papà Domenico, la sorella Federica e la fidanzata Luana – ad arrivare in tempi brevi a istituire questa realtà stabile alla quale partecipano anche la Provincia autonoma, il Comune, l’Università, la Federazione nazionale della Stampa (il sindacato dei giornalisti) e l’Arcidiocesi.

L’obiettivo “ambizioso” della Fondazione (“ma anche Antonio era giustamente ambizioso”, si è detto) è quello di “portare il messaggio di Antonio nelle scuole, nelle Università, dando ai giovani strumenti per distinguere la realtà dalle tante fake news, per promuovere l’informazione e l’Europa”. Così ha spiegato, con la voce strozzata dall’emozione, la fidanzata Luana leggendo un testo preparato con tutta la famiglia (Vita Trentina lo pubblica integralmente a pag.30 ) e accolto da un lungo applauso dei presenti in Sala, tutti in piedi.

“Antonio è stato “un grande tessitore di rapporti”, ha detto il sindaco Alessandro Andreatta ringraziando la famiglia per la dignità e la compostezza di questi mesi, mentre l’assessore Mirko Bisesti ha osservato che tante realtà diverse si trovano esemplarmente unite nel condividere ogni parola del nuovo progetto. Molto opportuna la precisazione del presidente della FNSI Giuseppe Giulietti, secondo il quale “le chiavi della regia della Fondazione devono rimanere nelle mani della famiglia, senza strumentalizzarla in alcun modo”. Giulietti ha proposto alla Fondazione di raccogliere tutti i testi scritti e diffusi da Antonio, mentre il cugino Michele Maceda, pure giornalista, ha ricordato l’impegno giovanile di Antonio.

Il sostegno alla famiglia Megalizzi è venuto anche dalla Rai di Trento – presso la quale aveva curato un programma radiofonico – e dall’abbraccio personale di Paolo Borrometi, il giornalista di Tv2000 ancora sotto scorta, presente a Trento.

L’Arcivescovo Lauro Tisi, fin da subito vicino alla famiglia ha osservato come “le parole sanno incidere con efficacia nella realtà quando – come nel caso di Antonio – sono abitate dalla vita e da convinzioni forte. : “Antonio sognava l’Europa, mentre l’Europa ha smesso di sognare”, ha osservato l’Arcivescovo.   

Tra gli obiettivi della Fondazione ci sono “favorire l’apprendimento, la promozione di una cultura della legalità, del rispetto della persona, della convivenza civile, del rifiuto di ogni forma di violenza e dei principi di cooperazione e di solidarietà”. In quest’ottica, la Fondazione si impegna a promuovere, organizzare e finanziare iniziative nel campo della formazione e dell’educazione per ogni fascia di età, valorizzando e sostenendo la comunicazione e l’informazione al fine di rafforzare un’identità collettiva nazionale ed europea. Trai suoi intenti, quello di favorire la formazione dei giovani, ma anche di tutti i cittadini, organizzando corsi, eventi ed altre attività che stimolino a partecipare in modo consapevole alla vita del Paese e dell’Unione Europea ed essere un’istituzione di riferimento per borse di studio, premi giornalistici, convegni nazionali e europei. Inoltre, la Fondazione si impegna a promuovere e supportare nuovi formati e linguaggi, testuali, uditivi e visivi, proponendosi anche come laboratorio di programmi innovativi, in grado di coinvolgere anche i più giovani e a supportare, preferibilmente nel contesto radiofonico, i format che affrontano tematiche di pubblica utilità con linguaggi e modi che si pongono l’obiettivo di raggiungere i diversi pubblici attraverso una varietà della programmazione complessiva, con particolare attenzione alle offerte che favoriscano la coesione sociale.