Una stele per ricordare Alba Chiara, vittima di femminicidio

«Eri in me, prima ancora che nascessi eri in me, il mio cuore e il tuo battevano all’unisono, ti parlavo e ascoltavo, ammutolivo e tu scalciavi. Eri in me. Ogni gesto, ogni emozione vissuta in due. Eri in me. Poi sei nata, è iniziato l’amore fatto di coccole, ninne nanne e contatto fisico. Poi un fulmine ha folgorato le nostre vite, sei volata via e io ora mi ritrovo qui ad amarti sempre come allora, come quando eri in me e ancora una volta sei in me, per sempre. La tua mamma».

Nel silenzio assoluto di quel bosco, accanto al dirupo del Grom, Loredana Baroni, madre di Alba Chiara, ha voluto rivolgersi così al suo angelo volato in cielo. Sabato 24 novembre almeno 250 persone hanno raggiunto il punto panoramico che da Tenno accompagna lo sguardo verso il lago e i monti della Busa, per partecipare alla posa della stele che d’ora in poi ricorderà per sempre la ventiduenne vittima di femminicidio. E proprio questa è l’esatta dicitura che i genitori di Alba Chiara Baroni hanno voluto incidere nel cristallo della stele, assieme ad una filastrocca tanto cara alla ragazza. Un messaggio forte che è al tempo stesso un punto di arrivo e di ripartenza. Per un anno e mezzo Tenno ha sentito il peso di quel dramma, amplificato dalla eco che ha avuto sui mass media nazionali e dalle dimissioni del sindaco Gianluca Frizzi legate proprio alle timidezze con le quali almeno una parte della comunità locale ha denunciato la gravità dell’accaduto. Il sindaco reggente Giuliano Marocchi ha lavorato fin da maggio per ricucire e riaggregare, riuscendo infine a portare a compimento il progetto della stele. Non nella data che la famiglia Baroni avrebbe voluto (quella del compleanno di Alba Chiara) ma comunque in un giorno importante, la vigilia della «Giornata mondiale contro la violenza sulle donne», il che ha dato se possibile ancora più spessore all’evento.

Grande l’emozione, la commozione e la partecipazione. Non solo in termini di cittadinanza ma anche di associazioni. A sostenere l’evento c’erano gli «Amici di famiglia», l’associazione della «Famiglia Materna» di Rovereto, ma anche «Lettera 7», circolo letterario di Laives, e le ragazze del «V-Day Alto Garda». Sostegno che proseguirà per il «Progetto Alba Chiara», una raccolta fondi per sostenere formazione e informazione utili a prevenire altre tragedie come questa.

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