Abbiamo attesto alcuni giorni per commentare la ”vicenda Fersina” in modo tale da affrontare la questione a “bocce ferme” al fine di evitare inutili polemiche e fraintendimenti.
La notizia della decisione presa dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti ci ha lasciato l'amaro in bocca. Si tratta di una decisione triste. Certo è vero che il “garantire una solidarietà equa e rispettosa delle normative non può ricadere solo sul Trentino” e che questo va fatto presente all'autorità nazionale, ma il metodo usato – farlo sulla pelle di alcune persone in stato di necessità – non è un metodo che possiamo certo condividere.
I 40 pakistani che sono ospitati presso il centro Fersina tramite un accordo col Comune di Trento per garantire loro i servizi delle strutture di bassa soglia, per non lasciarli in strada ad aumentare il degrado e aggiungersi alle fila dell'illegalità, sono prima di tutto persone. Persone che fuggono da situazioni di pericolo o di miseria alla ricerca di una vita migliore, persone che hanno affrontato sacrifici e rischi indicibili con il sogno di giungere in un posto migliore (spesso la Germania o l'Austria) attraversando a piedi Iran, Turchia, Macedonia e Serbia lungo la Balkan Route.
Alcuni di loro hanno già depositato domanda per avere lo stato di protezione internazionale, altri non ancora. E si trovano respinti, come rimpallati tra uno stato e l'altro, tra una regione e l'altra, ospiti indesiderati.
Ora forse una metà di loro verrà spostata da qualche altra parte d'Italia, se qualcun altro accetterà di accoglierli. Dovranno pagare il prezzo di fungere da monito per altri migranti: in Trentino non c'è posto… per eliminare qualsiasi eventuale effetto di richiamo. E sì che il Trentino è sempre stata una terra solidale, una terra accogliente e di convivenza. Forse perché poco più indietro, quando anche nelle nostre valli dominava la miseria, è stata terra di emigrazione.
Come movimento aclista, che pone al centro del suo pensiero la solidarietà e responsabilità per costruire una nuova qualità del vivere civile, nella convivenza e cooperazione fra culture ed etnie diverse, nella costruzione della pace non possiamo che sentire dissonanti le azioni che non tengano conto della dignità della persona (al di là della provenienza) in un contesto sempre più individualistico.
Acli Trentine
Ipsia (Istituto Pace, Sviluppo, Innovazione Acli) del Trentino
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