Spazio Foyer, dal 23 novembre al 13 dicembre, ospita una mostra-evento, dal titolo “In scienza e coscienza”, realizzata in collaborazione con l’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri in concomitanza con la Giornata del Medico e dell’Odontoiatra, una cerimonia istituzionale in cui i giovani iscritti sono chiamati a prestare il giuramento di Ippocrate.
Al centro del progetto vi è proprio questo Giuramento, che è il testo simbolo della professione medica, risalente al IV secolo a.C. Un testo su cui si fonda da millenni il pensiero etico e culturale della disciplina di cura, e che ancora oggi, in una versione riadattata ai tempi moderni, i medici e le mediche devono pronunciare prima di intraprendere la professione.
Il testo del Giuramento nella versione originale è stato suddiviso in otto parti, affidate ad altrettanti artisti contemporanei – Rosario Amato, Eva Aulmann, Fausto de Marinis, Rita Demattio, Elisabetta Diamanti, Gianni Favaro, Luigi Golin e Marco Poma – che hanno agito in piena libertà creativa, usando il linguaggio dell’incisione, calcografica o xilografica, per tradurre in immagini gli innovativi precetti di Ippocrate e rappresentarne il significato e lo spirito. Ognuno degli artisti ha dato voce al proprio universo poetico seguendo le suggestioni di un testo rivoluzionario, che aprì le porte a un concetto di cura che comprende la responsabilità morale e la fiducia nella ricerca, temi attualissimi ancora oggi. Tra i soggetti ritornano alcuni dei simboli della professione medica antica e moderna: lo stetoscopio, il microscopio e il libro, ma anche il serpente, il bastone e il gufo.
“Non è insolito sentir parlare di arte della medicina; lo stesso Ippocrate nel Giuramento utilizza più volte questa parola sia come sinonimo di scienza che per definire la complessa disciplina che combina competenze scientifiche e valori etici. Sebbene arte e medicina appartengano a sfere conoscitive diverse, condividono importanti princìpi propri dell’esistenza umana. Per il più famoso medico dell’antichità, infatti, arte e vita non possono essere disgiunte, visto che scienza e sentire umano camminano insieme. Se l’arte riflette stati d’animo ed esperienze, diventando specchio della società e riuscendo a connettere le persone su un piano emotivo, così la medicina non può che essere empatica: entrambe sanno affrontare tematiche sociali di grande rilievo con l’intento di promuovere il benessere collettivo”, dichiara la critica d’arte Riccarda Turrina.
“Ogni opera d’arte che interpreta il Giuramento di Ippocrate – spiega Marco Ioppi, presidente dell’Ordine del Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Trento – offre una prospettiva unica sui valori etici della medicina e sulla sua importanza nella società e questa iniziativa non è che l’ultimo mirabile esempio. Gli otto artisti hanno voluto interpretare passi salienti del Giuramento e magnificare con le loro opere i valori e i precetti dell’insegnamento di Ippocrate. Lo hanno fatto con maestria e raffinata creatività interpretativa sottolineando non solo il significato storico del giuramento, ma anche la sua perenne attualità e la continua rilevanza nel mondo moderno della medicina. L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Trento li ringrazia e con orgoglio presenta le loro opere a colleghi, autorità e società civile con l’augurio che possano contribuire a ricostruire e a rinsaldare quella relazione di fiducia medico paziente indispensabile per una migliore medicina”.
La mostra sarà visitabile da martedì a venerdì con orario 10-12 e 16-19.
GLI ARTISTI
Rosario Amato (1947, Carini, PA) rappresenta una figura femminile sospesa tra speranza e timori, in cui il cuore sospeso dialoga a distanza con un microscopio moderno.
Eva Aulmann (1972, Germania) affianca il serpente all’alloro, simboli di cambiamento e sapienza, in un gioco di sovrapposizioni e sdoppiamenti.
Fausto de Marinis (1938, Etiopia) realizza una complessa composizione in cui i molti singoli elementi – il bastone, il serpente, le palme, gli elementi architettonici e quelli naturali – dialogano in giustapposizione, mescolando la scienza e l’umano.
Rita Demattio (1955, Calavino, TN) lavora in maniera simbolica e restituisce un’opera graficamente essenziale, in cui l’intrico di fili neri rappresenta il complesso intreccio tra dovere e morale che implica l’atto del giuramento.
Elisabetta Diamanti (1959, Roma) mette al centro della sua ricerca creativa l’Equisetum Arvense, una pianta erbacea perenne molto antica, considerata un fossile vegetale perché testimone vivente di ere geologiche lontane, simbolo di rigenerazione e con molteplici usi curativi.
Gianni Favaro (1949, Mogliano Veneto, TV) si ispira a Igea, una figura della mitologia greca venerata come dea della salute. Passato e presente si incontrano nello sguardo specchiato di una ragazza dei nostri giorni, portatrice di simboli senza tempo.
Luigi Golin (1951, Mirano, VE) rappresenta idealmente i quattro aggettivi che definiscono il medico nella tradizione popolare: saggio, posato, schivo e un poco burbero. Proprio come la schiera di gufi che compongono un pattern estremamente dettagliato.
Marco Poma (1992, Chivasso, TO) esplora l’astrazione simbolica, combinando luci e ombre con un segno graffiato, traducendo in acquaforte la concretezza del giuramento.
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