Martedì 20 novembre si è insediato il Consiglio provinciale della XVI legislatura. Fumata nera per l'elezione del Presidente e tutto rinviato a martedì 27
Si sta come in attesa della prima campanella. Prima per tanti, non per tutti. Nel brusio per il primo giorno di scuola gli scatti dei fotografi che immortalano i nuovi volti del Consiglio provinciale. A fare gli onori di casa Maurizio Fugatti che schiera la sua nuova Giunta. Mirko Bisesti sorride con il pollice alto: il nuovo assessore alla cultura è il più giovane in aula, assieme al consigliere ladino Luca Guglielmi.
Strette di mano tra alleati e avversari. Vincitori e vinti pronti a sfidarsi in questo “parlamentino” con tante competenze primarie. Ma il clima appare disteso, per ora. Sguardi anche all'insù, verso l'uditorio dove i posti a sedere sono già praticamente tutti occupati e per la seconda fila in piedi bisogna affrettarsi. Ci sono anche tanti parenti che non hanno voluto mancare alla “prima”. “Mai vista così tanta gente il giorno dell'insediamento”, commenta qualcuno con i capelli bianchi. C'è da credergli.
Arriva anche Giorgio Tonini, il grande sconfitto. Le dieci e qualche minuto, manca solo Luca Zeni, l’ex assessore atteso sui banchi dell’opposizione. Eccolo, si può cominciare. C'è tempo ancora per una battuta tra Ugo Rossi e Claudio Cia, che sta occupando scherzosamente la sua sedia. Sorrisi, per ora.
Lucia Coppola prende la parola. È lei la consigliera più anziana e, provvisoriamente, dirige i lavori. “Ciascuno possa trovare nella casa comune del Consiglio provinciale il luogo della buona politica e delle buone pratiche, dove lavorare per il bene comune”, il suo augurio in quest'avvio di XVI legislatura.
Dopo l'appello, tutti vengono chiamati ad uno ad uno per giurare ad alta voce sulla Costituzione. Poi, il momento politicamente più atteso, l'elezione del nuovo presidente. Walter Kaswalder è il nome della maggioranza. Le minoranze rifiutano la “candidatura secca” e chiedono un supplemento di riflessione al presidente Fugatti. Nessuna pregiudiziale circa la scelta, lasciata alle minoranze, del vicepresidente – la sua risposta – ferma restando però la candidatura di Kaswalder alla guida dell’aula.
Si vota e, come annunciato, escono dall'emiciclo tutti i consiglieri di minoranza, fatta eccezione per la presidente provvisoria che non può lasciare l’aula. Ventidue le schede che finiscono nell'urna, ne servivano ventiquattro per la validità.
Tutto da rifare e seduta rinviata di un'ora. Ma anche a mezzogiorno il copione è lo stesso. Seconda fumata nera e Consiglio riconvocato per il prossimo 27 novembre.
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