Lo spunto
In questo periodo ho avviato un’iniziativa allo scopo di aiutare quei pochi organisti ancora rimasti sulla scena liturgica proponendo loro piccoli brani per organo con le seguenti finalità: – introdurre, come intonazione, il canto d’ingresso così da offrire un segno di accoglienza e di invito al canto; – favorire un momento di spiritualità personale al termine del canto di comunione. Queste miniature organistiche sono poi corredate di una breve didascalia con un piccolo dizionario musicale riguardante le tecniche adottate nella seppur facile elaborazione. Sono convinto e lo sarò sempre sul ruolo fondamentale rappresentato dalla musica e in particolare modo dal canto all’interno della nostra società. Già le voci bianche sono scomparse nell’esercizio del canto presso le nostre parrocchie ed ora sono proprio i cori parrocchiali a correre questo grave rischio. Alla fine degli anni ’60 moltissimi cori parrocchiali erano usciti dalle chiese assecondando il fenomeno della formazione dei “cori di montagna”. Ora corriamo il pericolo della perdita dei cori liturgici sopravvissuti. Tempo fa ho scritto a mons. Lauro Tisi servendomi anche di una metafora: all’aria che respiriamo nessuno ci fa caso, ma se venisse a mancare?
Antonio Gasperi
Il M° Antonio Gasperi, musicista, docente presso il Conservatorio di Trento, animatore e motivatore di coralità, affronta con questo spunto il problema della musica corale e organistica nelle chiese, che è importante per accompagnare e dare bellezza alle celebrazioni (“chi bene canta, prega due volte”, diceva Sant’Agostino). Al tempo stesso la coralità si rivela espressione di spiritualità e scuola di buona volontà anche per il mondo laico, posto che cantare è un esercizio dello “stare insieme”, dell’esprimere armonia mantenendo ognuno la propria parte, stando nel proprio ruolo, senza prevalere sugli altri, senza imporre “assolo” che finiscono per stridere nella loro ricerca di esasperati e spesso presuntuosi “virtuosismi”.
La coralità accompagnata dall’organo – anch’esso un “fiato”, uno strumento che esprime armonie e profondità musicali attraverso l’aria, la vita che respiriamo – rappresenta anche tirocinio educativo per le generazioni più giovani e sollievo da una quotidianità spesso solitaria per quelle più avanzate. Storicamente poi, come abbiamo letto anche nel numero speciale di Ferragosto di Vita Trentina dedicato agli organi, la musicalità corale e organaria nelle chiese, ha avuto un ruolo decisivo nel promuovere, quasi avviare e “allenare”, la coralità laica, compresa quella della montagna. Il Concilio Vaticano II ha sdoganato preludi e corali di Bach, legati alla religiosità protestante (ma don Bormioli, il fragile prete del Duomo di Trento che si trasformava in gigante quando sedeva all’organo, ben prima del Concilio, concludeva sempre con la “Toccata e fuga” di Bach il suo servizio liturgico, lode al creatore e promessa di autentico ecumenismo). Peraltro la prassi postconciliare ha poi messo in ombra, in molte realtà, la grande, secolare tradizione della musicalità cattolica.
Anche il Trentino, che poteva contare su un radicamento organistico di prim’ordine, e che tuttora annovera esecutori di livello internazionale e strumenti eccelsi (dall’organo di Santa Maria e di molte parrocchiali nelle valli a quello, ripristinato, della Filarmonica), ha subito una penalizzazione. Ed è proprio questa carenza che l’iniziativa del M° Gasperi si propone di superare, offrendo ai giovani esecutori, e agli studenti organisti, testi facili, per cimentarsi per mettere a disposizione la loro presenza e la loro disponibilità. Ripartire dal basso, tornare un po’ tutti a scuola, sia per i “registri” delle canne d’organo, che per le voci da educare e motivare fin dagli anni giovanili, nell’attesa che una nuova consapevolezza si radichi negli enti pubblici con responsabilità educative.
Comuni, Provincia, associazioni, che pur hanno sostenuto con il loro appoggio concreto il restauro di antichi, preziosi strumenti (e il Festival “laico” di musica sacra), ora sono chiamati a compiere un passo avanti che potrebbe anche essere quello di garantire un ruolo di organista, o di agevolare chi si impegni a promuoverlo, nelle comunità. Le cattedrali tedesche avevano, fino a non molto tempo fa, un Kapellmeister, le nostre comunità dovrebbero valorizzare il ruolo di organista. A livello pubblico i soldi per mega concerti che poi si traducono in clamorosi e prevedibili buchi di bilancio si trovano pure. Forse non sarebbe male riservare una piccola parte di quelle disponibilità a un posto di lavoro giovanile e di presenza nella comunità.
Anche la Chiesa, che pur giustamente destina gran parte delle sue non più vaste risorse ad opere di carità, deve essere sempre più consapevole di questa realtà (fondamentale resta il servizio formativo della Scuola diocesana di Musica Sacra) che la chiamano, ancora oggi come nei tempi passati ad un’opera di supplenza educativa e civile nella società, ad essere non solo “mater”, ma anche “magistra” per il bene comune.
Da molti segni appare evidente che una nuova stagione deve aprirsi nel tessuto civile del Paese (anche del Trentino) sotto il profilo dei rapporti comunitari, interpersonali, familiari, economici e spirituali, nella speranza di uscire dal materialismo, spesso volgare e ottuso delle epoche più recenti. In questa prospettiva l’offerta dei brevi testi musicali del M° Gasperi si presenta come un piccolo grande dono per trovare nuove strade da percorrere insieme.
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