Esce con il titolo “Marmolada, è ora di finirla” il settimanale diocesano di Belluno-Feltre che esprime così la protesta per la sentenza di Roma che viene definita “un regalo” della Marmolada ai trentini. Per documentare le ragioni venete ecco un passaggio sotto la cartina che ipotizza un nuovo tracciato per i confini.
Ancora questioni sul confine in Marmolada. La sentenza ‘‘finale’’ del Consiglio di Stato (che annulla la vecchia linea, in ciò dando ragione a Trento) risale al 1998. Ma lascia spazio a interpretazioni nelle quali si è inserita – meno male – la volontà di mettersi ragionevolmente d’accordo: è del 2002 il protocollo Galan- Dellai, Veneto-Trentino. Non si arrivò più, poi, a definire il dettaglio del confine, perché il tema passò in secondo piano: le funivie restavano in Veneto, a Trento tutto il resto. Stava bene così a tutti.
Ma l’attuale amministrazione comunale di Canazei preme, spinge, provoca, attacca. Vuole la linea, manda le coordinate dei vertici all’Agenzia delle entrate a Roma. Venezia stoppa tutto e fa pure causa. Sono vicende degli scorsi mesi. Nelle ultime settimane il comune trentino ottiene quel che cercava: la nuova direzione dell’Agenzia delle entrate esegue la nuova confinazione, tutta a favore di Canazei, senza confronto, senza contraddittorio, senza accordi, senza che il tribunale si sia ancora pronunciato.
Apriti cielo. Giustamente Venezia non ci sta, quell’atto non vale nulla se non viene adottato dal ministro dell’Interno, che si chiama Matteo Salvini, e Zaia – risulta – gli ha scritto subito. Il vantaggio è nettamente trentino, ma si potrebbe ancora sperare in un giudice che comprenda la necessità di una soluzione ragionevole, magari con una nuova linea basata su quel che dice la storia. L’abbiamo disegnata in rosso, è la proposta dell’Amico del Popolo. Potrebbe servire, una volta per tutte.
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