Segnali di rallentamento che anticipano “una tempesta perfetta”. Così il segretario generale della Cgil del Trentino Andrea Grosselli ha definito i dati che vengono dal mondo dell’industria trentina, presentati come ogni anno in una ricerca curata da Stefano Ischia.
“Bisogna giocare d’anticipo”, ha affermato Grosseli, che ha lanciato un appello alla politica perché “agisca attuando politiche innovative per sostenere gli investimenti su transizione ecologica e digitale”.
Di fronte a un quadro internazionale che vede la rielezione di Trump e la sua promessa di dazi sui prodotti esteri e la crisi della Germania, nell’aria c’è più di una preoccupazione. “I segnali purtroppo ci sono già”, ha fatto notare Grosselli. “L’occupazione nel manifatturiero in senso stretto è in rallentamento e siamo di fronte ad una ripresa della cassa integrazione, con settori in maggiori difficoltà come il cartario, ma anche quello legato al comparto dell’automotive. La scelta di procedere al concordato preventivo per la Maragoni Meccanica è un nuovo importante campanello d’allarme”.
Il campione preso in esame dalla ricerca della Cgil del Trentino è composto di 106 società e gruppi vari, che hanno avuto un fatturato di 7,426 miliardi di euro e 18.325 occupati nel 2023. Un fatturato in crescita dello 0,8% rispetto al 2022, quando la crescita era stata del 17,8%, mentre nel 2021 l’aumento del fatturato era stato del 23,8%. La dinamica presenta differenze nei diversi settori: alimentare (+6,2), metalmeccanico (+6,2), costruzioni (+18,9), chimico (-10,1), tessile (-2,5), cartario/grafico (-23,6). I gruppi hanno registrato un calo del 22,4%.
A fronte di una crescita media dello 0,8%, il Pil provinciale è cresciuto dell’1,3% a livello reale e del 6,6% a livello nominale. In generale 58 società su 106 hanno registrato una crescita dei ricavi, mentre per 48 si è registrato un calo o una situazione di stabilità.
L’utile continua invece ad essere positivo: nel 2023 96 aziende sono in utile, dieci in perdita. Il bilancio complessivo è di 360 milioni, pari al 4,9% del fatturato. Nel 2022 era di 327 milioni, pari al 4,3% del fatturato.
L’analisi, infine, ha preso in considerazione il confronto del saldo occupazionale nelle aziende del campione, ad esclusione dei gruppi. Nel 2023 si registra un aumento dell’1%, pari a 182 occupati in più. Su 99 aziende in 40 l’occupazione è cresciuta, in 59 è diminuita o è rimasta stabile. L’incremento dell’occupazione è stato comunque più contenuto rispetto all’anno precedente. Nel 2023 le ore di cassa integrazione ordinaria sono state 1.201.773, 209.871 ore di cassa straordinaria.
Lascia una recensione