Verrà inaugurata venerdì 8 novembre alle 18.30, all’atelier Benigni degli Editori, la mostra di Marcello Nebl “Montagne”. Nelle opere di Nebl il paesaggio veridico è quello che non si vede, perché la montagna, prima ancora che essere un luogo geografico, è un luogo spirituale e concettuale.
Tra il minuzioso segno scavato e sovrapposto e l’assenza di cromatismo vive e cresce il paesaggio visionario dell’anima, paesaggio che si nutre di sguardi indiscreti e talvolta ingordi, altre volte di sogni dei wanderer. L’alpinista Georges Sonnier sosteneva che “la montagna ha una singolare virtù: quella di liberare la verità degli esseri”. Così su queste tele si sta compiendo una scaramuccia, antica quanto l’uomo, tra la rumorosa evidenza del segno e la silenziosa assenza immaginifica. Dal dualismo nascono le radici per andare oltre, per trovare in queste opere quel profondo fascino ormai dimenticato o ridotto a semplice spettacolo da consumare, e scaturisce una natura che può essere presa ancora a simbolo di qualche sentimento o esperienza umana. Montagna pura, incontaminata, specchio dell’uomo inteso come parte integrante della natura e in sintonia con essa. Forma e contenuto sono fusi, così come cercano di fondersi l’uomo e i suoi pensieri nei confronti di ciò che sta fuori di esso, in modo che osservando e sognando si possa imparare a capire sé stessi (per la cultura occidentale) e gli altri (per la cultura orientale). La sensibilità ai sottili umori di queste montagne è doverosa per le persone di qualità, perché senza di essa sarebbe impossibile penetrare la capacità emotiva delle cose, considerata la base della coscienza estetica e morale.
Quindi non semplici montagne, non solamente forma o contenuto. Tra gli spazi lasciati vuoti pullulano sentimenti, popoli senza nome, storie e leggende che agiscono, nascono, muoiono e amano dentro queste scenografie incantate.
Orari di apertura della mostra: dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 20 e sabato dalle 10 alle 13.
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