Azzardo, tra giocate anomale e vincite improbabili

Calliano ne avrebbe fatto volentieri a meno: salire agli onori delle cronache e venir considerato una sorta di piccola capitale del gioco d’azzardo. Ne hanno parlato tutti, raccontando di questo piccolo centro della Vallagarina, tra Trento e Rovereto, dove lo scorso anno i suoi abitanti – considerando quelli con più di 14 anni e che non hanno superato i 74 – hanno speso 13 mila euro a testa nella sfida con la dea bendata. La notizia è finita sulle prime pagine dei quotidiani nazionali, è stata tra le più lette sui siti online, le televisioni ci hanno dedicato servizi e collegamenti.

La notizia di Calliano, oltretutto, si è incrociata (questione di pochi giorni) con quella della stratosferica vincita di 89 milioni di euro in una tabaccheria di Riva del Garda dove l’ignoto vincitore, giocando una schedina di soli tre euro, aveva “sbancato” il Superenalotto. Due circostanze distinte e in alcun modo collegate tra loro se non per riguardare un piccolo territorio che sin ora non si era mai distinto nel campo del gioco d’azzardo.

Sulla vincita di Riva del Garda c’è ben poco da dire. Sulla questione di Calliano, invece, si deve fare i conti con inquietanti interrogativi che non dovrebbero riguardare – lo diciamo subito – il comportamento dei singoli abitanti, piuttosto qualcosa di “strano”su cui saranno Guardia di Finanza e Procura della Repubblica a cercare di fare chiarezza. Secondo i dati forniti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ed elaborati da Federconsumatori, Calliano risulta al secondo posto nella classifica delle giocate a persona per quanto riguarda i paesi italiani sotto i 10 mila abitanti. In particolare, lo scorso anno a Calliano ogni cittadino ha giocato – in media – 12.750 euro. Un dato record (ed incredibile) superato solo da quello di Anguillara Veneta (Padova) dove la media di giocate in un anno per abitante è stata di 13.073 euro. “Impossibile, c’è qualcosa di strano”, si sono detti a Calliano (e pure ad Anguillara). Anche perché l’anno prima, le giocate – in media – erano state di 1.196 euro per ciascun abitante (tra i 14 e i 74 anni). Come è possibile che questo dato sia moltiplicato per dieci nel giro di un solo anno? E soprattutto, come mai, a fronte di tante giocate si sono registrate vincite di quasi pari valore? Circostanza, questa, come è ben noto, assai rara. Tocca agli inquirenti capire cosa è successo, tenendo conto che il 50 per cento delle scommesse si giocano ormai online ed è probabile che non si tratti di giocatori locali. Perché, oltretutto, il dato di Calliano risulta essere anomalo non solo nel confronto con gli anni precedenti, ma fuori scala anche rispetto agli altri comuni trentini e, più in generale, in raffronto con i dati delle regioni dei Nord Italia. Tutto questo, però, ha dato la possibilità di verificare qual è oggi il giro d’affari del gioco d’azzardo. Numeri impressionanti, che danno l’idea di cosa si può nascondere dietro alle scommesse: dalle drammatiche situazione di ludopatia (la dipendenza dal gioco) ai meccanismi per riciclare denaro sporco.

In Trentino, nel 2023, ogni persona ha giocato oltre mille euro (media di 1.040 euro a testa). A Trento città si arriva a 1.171 euro mentre nel resto della provincia la spesa media supera di poco i mille euro. A livello nazionale, le giocate arrivano a sfiorare i duemila euro a persona con moltissime province del Sud (quelle della Calabria, della Campania, gran parte delle province della Puglia e della Sicilia) dove si superano i 2.600 euro all’anno. I dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dicono anche che esiste una stretta correlazione tra il reddito delle persone e la spesa per il gioco d’azzardo: più il reddito pro-capite è basso, maggiore è il peso delle giocate. I dati del 2023 ci dicono che complessivamente in Italia sono stati spesi in gioco d’azzardo oltre 150 miliardi di euro, una cifra pari al 7 per cento del Pil. A questi, sempre secondo i dati ufficiali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, si devono aggiungere altri 37 miliardi di euro che sarebbero spesi in “ giochi d’azzardo illegali”. Quasi metà delle giocate vengono ormai effettuate online. Rispetto a 5 anni fa, le giocate degli italiani sono passate da 843 euro a testa del 2019 ai duemila euro dello scorso anno. Una crescita di quasi due volte e mezza.

Cifre che fanno girare la testa e per lo più sconosciute. Perché nessuno ha convenienza a renderle pubbliche. Dei 150 miliardi giocati, 128 sono tornati agli scommettitori grazie alle vincite, gli altri sono serviti per coprire le spese o sono andati all’erario: una quindicina di miliardi, cifra che spiega anche perché vi sia una forte resistenza dello Stato a contrastare il gioco d’azzardo. Anzi, per il 2025, nella Legge finanziaria è previsto il blocco di finanziamenti per le iniziative di prevenzione della ludopatia e il raddoppio delle estrazioni del lotto.

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