Le voci contro il Daspo urbano a Trento

Prosegue in Consiglio comunale, nella serata di mercoledì 12 luglio, la discussione sul nuovo regolamento di polizia urbana, che introduce il Daspo (previsto dal decreto Minniti) in centro storico e in alcune zone della città. Il decreto dà potere al sindaco di applicare misure speciali di contrasto alla delinquenza e al degrado, allontanando per 48 ore le persone che violano le regole. La delibera include oltre alla zona del centro storico compresa tra piazza Dante e via Piave, con piazza Duomo, piazza Santa Maria Maggiore e piazza Fiera, anche Le Albere e il parco di Maso Ginocchio; escluse invece le zone di Piedicastello e San Martino.

All'indomani dei disordini che si sono verificati in piazza Santa Maria Maria nella notte tra lunedì e martedì (per cui è stato denunciato un trentenne tunisino), non sono mancate le polemiche rispetto alla mancata presenza delle forze dell'ordine. Rispetto al Daspo urbano, si sono levate anche alcune voci contrarie che, denunciando una “deriva securitaria”, sollevano dubbi sull'efficacia di un provvedimento che sposterebbe i problemi invece di risolverli. Martedì 11 è stato promosso un presidio di protesta da L'altra Trento a sinistra, Possibile, Rifondazione comunista e Sinistra italiana. In piazza anche Alex Zanotelli: “In nome dell'ordine, si sta andando verso forme di repressione verso i più deboli. Sono sconcertato”. Il comboniano ha ricordato come il fenomeno migratorio sia frutto delle politiche occidentali nel sud del mondo. Il tema è stato affrontato anche in una serata pubblica organizzata da Centro Astalli Trento sulla nuova legge Minniti-Orlando, avviando una riflessione sui risvolti di questa normativa securitaria e fortemente limitativa dei diritti della persona richiedente asilo.

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